www.chiesacattolica.it/ucs - News
La Chiesa, «lievito» tra i nuovi media
di Vincenzo Grienti

Siamo passati «da un mondo materiale ad un mondo fluido, nel quale il confine tra il reale e l’immaginario è sempre più labile. Anche se per la prima volta l’umanità si sta auto-organizzando a livello globale di fronte alle sfide della pace e dell’ambiente». Queste le parole di Derrick De Kerckhove, allievo di Marshall McLuhan e direttore del programma McLuhan in cultura e tecnologia all’Università di Toronto, intervenuto ieri al convegno sul tema della 43ª Giornata mondiale per le comunicazioni sociali «Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia» svoltosi a Roma presso la Pontificia Università Lateranense. «Stiamo vivendo il momento di maggiore incertezza e precarietà del secondo dopoguerra. La gente ha timore di sparire a livello sociale, culturale ed economico e per questo cerca un nuovo modo di esserci » ha aggiunto lo studioso canadese.
Il convegno è stato promosso dal Pontificio istituto pastorale Redemptor Hominis della Lateranense in collaborazione con l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei e il Centro comunicazione e cultura delle Paoline. Un evento il cui scopo è stato quello di avviare una riflessione sul rapporto tra i nuovi media e le trasformazioni sociali e culturali che influenzano anche l’azione pastorale. Un legame che, come ha sottolineato il preside del Pontificio istituto pastorale Redemptor Hominis monsignor Dario Edoardo Viganò nella sua introduzione ai lavori, «deve essere ripensata non come prolungamento tecnologico di forme testimoniali, ma vagliando in modo critico alcuni modelli che oggi dimostrano la propria inadeguatezza o reiterano modelli insufficienti ». Riflettendo sul periodo del pontificato di Benedetto XVI, durante il quale di fatto internet è diventata una grande «rete sociale», don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, ha sottolineato che «il web non è più un agglomerato di siti isolati e indipendenti tra loro, ma sempre più un luogo di partecipazione e di condivisione». Tutta la grande stampa, ha aggiunto, «ha enfatizzato l’approccio positivo del Papa nei confronti di internet nel suo messaggio per la prossima Giornata delle comunicazioni sociali, rafforzato anche dall’annuncio del suo sbarco su YouTube». Oggi però, ha detto Pompili, «non si coglie ancora a sufficienza che tra reale e virtuale non c’è necessariamente uno scontro, se di mezzo si inserisce la persona umana».
Anche il giornalismo cambia nell’era dei «nuovi media». Diego Contreras, decano della Facoltà di comunicazioni sociali della Pontificia Università Santa Croce, ha però rilevato che «nonostante la transizione dal modello industriale a quello digitale, la ragion d’essere del giornalismo resterà la stessa perché la società ha bisogno di un’informazione professionale e affidabile».
«Nel mondo dei media digitali la Chiesa deve provare a essere sale e lievito, e non arroccarsi in posizioni di difesa», ha detto Michele Sorice, docente di sociologia dei media presso la Pontificia Università Gregoriana. Al convegno sono intervenuti anche Maria Antonia Chinello, docente di teorie e tecniche della comunicazione mediata dal computer presso la Pontificia Facoltà di scienze dell’educazione «Auxilium » e Fabio Pasqualetti, docente di teorie e tecniche del linguaggio radiofonico alla Pontificia Università Salesiana.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 24-APR-09
 

Chiesa Cattolica Italiana - Copyright @2005 - Strumenti Software a cura di Seed