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La responsabilità educativa della televisione è di chi la fa o di coloro che la guardano? Un quesito vecchio nella misura in cui il discorso che lo genera rimane inascoltato. È il seminario Target Family? organizzato dagli ideatori del Fiuggi Family Festival e dedicato a La famiglia nella televisione italiana a sollevare un problema sempre più urgente, quello dellassenza di una cultura allutilizzo della scatola parlante. Quando ieri, nel centro congressi dellEnpam (lente previdenziale dei medici), gli esperti di tv pubblica e privata, generalista e pay, in chiaro e sul satellite, gli stessi che lavorano sulla creazione dei prodotti, si sono confrontati con rappresentanti delle associazioni familiari, è inizialmente venuto fuori un quadro di grande attenzione al contenuto dei programmi in onda. Tra laltro, i manager intervenuti, come Jaime Ondarza di Turner Italia, Elizabeth de Grassi di Disney Channel, si occupano proprio di bambini e ragazzi. «Quello tra la televisione e le famiglie è un dialogo continuo », afferma Onzarda, lamministratore delegato della società che nel nostro Paese rappresenta i canali danimazione Boomerang, Cartoon Network e Boing. Sulla stessa linea il direttore programmi della Disney, de Grassi, che produce tre canali rivolti a bambini e preadolescenti. Mentre per Marcello Giuseppe Ciannamea, vice direttore marketing Rai, «le famiglie si ritrovano a guardare la tv per stare insieme». «Ma allora, se siamo tutti bravi e va tutto bene, cosa ci stiamo a fare qui?», è lincipit dellintervento di rottura di Maria Mussi Bollini, capostruttura bambini/ragazzi e coordinamento cartoni Raitre. «Non basta qualche bel programma - continua la Bollini -, la tv va gestita anche e soprattutto da chi la guarda. Se dopo la mezzanotte a guardare il Grande Fratello cè ancora una fascia detà tra gli 8 ed i 14 anni del 40 per cento, il problema è del Gf o dei genitori che li fanno stare alzati fino a quellora?». Per il regista Alessandro DAlatri, presidente di giuria della seconda edizione del Fiuggi Family Festival (25 luglio- 1 agosto 2009), «la tv si è inserita nei vuoti creati nella famiglia e che bisognerebbe riprendersi il compito scomodo di sporcarsi le mani con la vita. LItalia è un Paese strano, dove nelle graduatorie per liscrizione agli asili nido i figli delle coppie sposate hanno meno punti dei figli dei separati, dove la legge prevede detrazioni per i divorziati e non per gli sposati, e dove le spese del veterinario sono detraibili, quelle del pediatria parzialmente ». Secondo DAlatri, «cè un impasse giuridico e istituzionale » che andrebbe risolto. E aggiunge: «È il paese dove ci sono più scioperi al mondo, ma nessuno dedica mezzora di tempo per difendere le questioni familiari». |
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 22-APR-09
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