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Portaparola, una rete per i giovani aquilani

C’è una solidarietà nascosta, che opera senza troppo clamore ma che, in questi giorni, è diventata un sostegno prezioso per le popolazioni abruzzesi ferite dal terremoto. Nella catastrofe, i giovani “portaparola ” di Avvenire che, da anni ormai, si impegnano nella diffusione capillare del nostro giornale tra le comunità parrocchiali, si sono scoperti ancora più amici, inviando, da tutta Italia, numerosi messaggi di sostegno al sito www. portaparola.it. Di più. In tanti hanno voluto promuovere, fin da subito, raccolte di fondi da inviare alle comunità che, sotto le macerie, hanno lasciato casa e affetti. «Anche se ci separano tanti chilometri - scrive Carlo Meconi, “portaparola ” di Valdottavo, diocesi di Lucca agli amici di Lucoli (L’Aquila) conosciuti un anno fa al Convegno nazionale di Bibione - abbiamo tante cose in comune. A partire dall’impegno nel “Portaparola ”, sono tanti gli aspetti della nostra vita e della nostra attività che si somigliano profondamente. La voglia di affrontare questo impegno pastorale nonostante le mille difficoltà legate alla morfologia del territorio, fare i conti con una mentalità di provincia a volte troppo chiusa in se stessa, il coraggio di provarci nonostante tutto. Ci sono anche aspetti umani che ci accomunano: la forte amicizia che unisce il gruppo, il desiderio di crescere con la parrocchia e il profondo legame con i sacerdoti, vero punto di riferimento delle nostre vite». Proprio la grande amicizia che unisce i due gruppi, ha spinto i giovani lucchesi, a cercare di mettersi in contatto con i “colleghi” abruzzesi, fin dalle prime ore dopo il terremoto di lunedì. «Agli amici dell’Aquila - sottolinea ancora Carlo Meconi - ci unisce un forte senso di appartenenza alla scelta che abbiamo fatto, una grande vitalità e tanto entusiasmo: per questo oggi più che mai li sentiamo vicini a noi. In questo momento di dolore e di sofferenza vogliamo unirci a loro in un ideale abbraccio ricordandoli non solo con le opere ma anche con tanta preghiera». Ai “portaparola ” abruzzesi, presenti in quattordici parrocchie, tra cui anche quella di Paganica, uno dei paesi più devastati dal terremoto, è arrivata anche la solidarietà dei giovani di varie altre realtà diocesane. «I “portaparola ” della diocesi di Ravenna- Cervia sono vicini con tanto affetto e tanta preghiera alle comunità abruzzesi colpite da questa grande sciagura - scrivono nel forum Marianella e Luciano Marni, della parrocchia di San Biagio -. Accanto alla condivisione del dolore non mancherà l’espressione della solidarietà attraverso il sostegno alle iniziative della Caritas diocesana ravennate a favore degli sfollati». Antonio Pintauro, dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Acerra (Napoli), è vicino alle vittime e agli sfollati, così come Matteo Coatti della parrocchia Santi Nazaro e Celso di Marcallo, diocesi di Milano. Preghiere e solidarietà arrivano ai “portaparola ” abruzzesi anche da Elisa Contato della diocesi di Ferrara- Comacchio. Che scrive: «Sono profondamente convinta che il Signore abbia per ognuno di noi un disegno, che può sembrarci a volte incomprensibile, ma che è atto a compiere la sua volontà in un cammino di fede. Per far nascere l’Uomo nuovo. Le nostre preghiere sono rivolte agli innocenti, ai fratelli ed alle sorelle che il Padre ha chiamato a sé. Ma anche a voi, che siete sopravvissuti a loro, perdendo ciò che vi era più caro. Più generazioni vedranno mancare molti all’appello. È straziante da pensare. Anche nelle nostre parrocchie sono state intraprese raccolte fondi e generi di prima necessità a favore delle popolazioni abruzzesi. Ci stringiamo attorno a voi, partecipi del vostro dolore, ma pronti a darvi conforto e solidarietà. Per superare insieme le difficoltà del cammino di ricostruzione». Una dimostrazione di amicizia e di affetto che tocca il cuore dei giovani abruzzesi, come testimonia Francesco Mazza, “portaparola ” di Lucoli (L’Aquila). «I campi funzionano molto bene e sono dotati anche di servizio psicologico - racconta Francesco - Noi “portaparola ” abbiamo ricostituito una sorta di oratorio per i bambini e i ragazzi e aiutiamo i sacerdoti nella preparazione delle funzioni pasquali. Tutta la solidarietà che ci è arrivata in questi giorni terribili fa bene al nostro morale e ci aiuta ad affrontare un futuro che, per noi, si presenta piuttosto complicato».


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 14-APR-09
 

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