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In «rete» la sfida della qualità


La presenza della Chiesa in internet è ormai un fatto assodato. E la rete oggi è una risorsa tra le più brillanti ed effervescenti nell’ambito della pastorale e dell’evangelizzazione. Ma quali sono gli «elementi trainanti» di questo fenomeno?
Il dato più evidente è che un quarto di tutti i siti cattolici italiani è rappresentato dalle parrocchie (sono 3210 le web-presenze di parrocchie, chiese, oratori, gruppi parrocchiali). Ancor più rilevante è verificarne la costante crescita: il 15,2% negli ultimi due anni a fronte di un trend medio nello stesso periodo del 12,8%. Nessuna battuta d’arresto, quindi. Anzi: tastandone lo slancio e la vitalità si percepire l’impegno e la creatività degli operatori pastorali del web.
Ma cerchiamo anche di osservare l’aspetto territoriale che il panorama delle parrocchie in rete ci offre.
La Regione ecclesiastica con la presenza più numerosa è la Lombardia con le sue 634 web-parrocchie. Seguono il Triveneto (357), la Sicilia (318), il Lazio (297) e la Campania (265). Esaminando però la vitalità di questi ultimi due anni, la regione più vivace è l’Abruzzo-Molise che ha visto incrementare i suoi siti web parrocchiali del 25%. Crescono sopra la media anche la Sicilia, la Puglia e la Basilicata, tutte intorno al più 20%. E, a seguire, il Triveneto, la Liguria e il Lazio (intorno a un più 17/18%).
Creiamo ora una nuova classifica conteggiando i siti in relazione al numero complessivo delle parrocchie. Intanto il dato nazionale: 12,5%, ovvero una parrocchia su otto ha un proprio sito. A livello regionale ancora una volta è la Lombardia ad avere il primo posto: il 20,7% delle parrocchie lombarde è approdata alla rete. A un’incollatura troviamo il Lazio che ha una diffusione del 20,5%, una parrocchia su cinque. Le altre regioni più virtuali sono la Sicilia e la Puglia (entrambe con il 18%). In coda a questa sorta di graduatoria troviamo l’Umbria (solo il 5,3% delle sue parrocchie ha osato varcare la soglia della rete), poi la Liguria (5,8%) e la Basilicata (6,5%). Ci si potrebbe aspettare qualcosa di più dal Triveneto, almeno in virtù del fatto che raggruppa il numero più alto delle parrocchie italiane (ben 3530), ma i suoi 357 siti dimostrano che solo una parrocchia su dieci contribuisce a questa graduatoria.
Naturalmente il dato della diffusione dovrebbe essere valutato anche sul numero effettivo della popolazione di ogni Regione. Senza dilungarci troppo registriamo che mediamente in Italia c’è una parrocchia nel web ogni 18.600 abitanti; con la punta più alta della Lombardia (una ogni 14.200) e la più bassa in Basilicata (un sito cattolico parrocchiale ogni 34.300 abitanti).
Quando si esce dall’aridità dei numeri, ci si trova di fronte alle comunità ecclesiali reali. I numeri dei siti rilevati sono certo confortanti perché rivelano una Chiesa dinamica nell’appropriarsi non solo di un nuovo linguaggio comunicativo, ma già «immersa» in una nuova cultura comunicativa, quella mediatica.
Non manca certo qualche rilievo. Non sempre la qualità dei siti e dei loro contenuti è «all’altezza» e qui vale un discorso più generale: non basta che i soggetti e i temi di un sito siano validi, devono essere anche ben presentati, con un’appropriata collocazione, un design invitante, rispettando le norme della comunicazione visiva e l’interazione stimolante.
Non è tanto quindi un mero elenco dei pregi e difetti dei diversi e variegati ambiti operativi quello che si coglie nel panorama dei siti cattolici parrocchiali, quanto la registrazione di un fermento, tutto italiano, che indica e circoscrive le iniziative concrete di oggi e dischiude orizzonti sempre più vasti di impegno e creatività. E sono proprio le piccole cellule ecclesiali che si dedicano con generosità a questa rinnovata capacità di animazione e diffusione - non solo tecnologica - del Vangelo a suon di click nella ragnatela globale di internet.
Di Francesco Diani, curatore di siticattolici.it


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 03-APR-09
 

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