La nuova tecnologia è una risorsa ambivalente nella costruzione dei rapporti sociali. Ne è convinto Giuseppe Mazza, docente di teologia fondamentale e di comunicazioni sociali alla Pontificia Università Gregoriana, intervenuto oggi a Roma al convegno Chiesa in rete 2.0 promosso dallUfficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio informatico della Cei. È davvero la nuova tecnologia a inventare nuove socialità nellera del Web 2.0?, ha chiesto il docente, rispondendo negativamente. Da un lato, infatti, la tecnologia si limita ad amplificare lesperienza delluomo nel suo mondo, esaltando entrambi i termini in gioco - luomo e il mondo, appunto - ed enfatizzandone le occasioni dincontro; dallaltro appare chiaramente come linterazione virtuale si distingua da altri tipi dinterazione mediata non tanto per via dellincremento quantitativo di relazioni possibili, quanto per il carattere plurale e sincronico della comunicazione implicata. Linterazione virtuale viene così approssimata a quella face to face, ma non bisogna dimenticare, ma messo in guardia Mazza, che le relazioni mediate da computer risultano spesso anomiche e questassenza di regole, fatte salve le dovute eccezioni, comporta instabilità, interazioni scarse, se non distorte, tra identità fittizie e ambiguità. La socialità, pertanto, ne risulta ridotta.