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Web 2.0: un‘opportunità per gli animatori
di Vincenzo Grienti


I nuovi strumenti del web 2.0 come i social network e le reti di partecipazione collaborativa possono essere al servizio degli animatori della comunicazione e della cultura per condividere esperienze e scambiarsi consigli online al fine di promuovere il Portaparola in diocesi e parrocchia. L’idea di approdare su Internet utilizzando Facebook è stata di un paio di corsisti Anicec per rimanere in contatto anche dopo la conclusione del corso. Così il gruppo ‘Animatori della comunicazione e della cultura‘ al quale sono iscritti anche Pier Cesare Rivoltella, docente del corso Anicec e ordinario di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento dell’Università Cattolica di Milano, don Paolo Padrini, curatore del blog ‘Passi nel deserto‘ e Alessia Rosa, tutor didattica dell’Anicec, si è allargato già a ventisette persone. «Perché non tentiamo tutti di arricchire la definizione di animatore della comunicazione e della cultura su Wiki?», propone Gabriella Sicignano al gruppo facendo riferimento al sito web che può essere modificato dagli utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati in ‘collaborazione‘ da chi ne ha accesso. Un’esperienza che i corsisti Anicec hanno sperimentato nel laboratorio ‘Internet‘ nella settimana residenziale di Roma a chiusura del percorso formativo proposto dalla Fondazione Comunicazione e cultura, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dall’Istituto Redemptor Hominis dell’Università Lateranense.
Con wiki la modifica dei contenuti è libera ma viene registrata in una cronologia permettendo in caso di necessità di riportare la parte interessata alla versione precedente; lo scopo è condividere, scambiare, immagazzinare e ottimizzare la conoscenza collaborando. Ma il termine wiki è anche sinonimo di ‘rapido‘ o ‘molto veloce‘. E qui si scopre l’altra faccia della medaglia del web 2.0: la velocità degli strumenti rispetto ai ‘tempi‘ di reazione dell’uomo spesso è controproducente e può ritorcersi contro l’uomo. Il sociologo Derrick De Kerchove, discepolo di Marshall McLuhan, sicuramente un entusiasta dei media elettronici nel Duemila in una intervista ad Avvenire
disse: «Con Internet è possibile ringiovanire l’annuncio e la comunicazione pastorale proprio in forza della grande capacità di interazione insita nel mezzo. Ma non dimentichiamo che ogni volta che s’è introdotto un nuovo mezzo di comunicazione la Chiesa, accanto ai vantaggi indubbi, ha sperimentato anche effetti negativi ». Consiglio che resta utile agli animatori, così come ai circa duecento partecipanti al convegno ‘Chiesa in rete 2.0‘ che si terrà a Roma il 19 e 20 gennaio dall’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali e dal Servizio informatico (per iscrizioni chiesacattolica.it/chiesainrete). Anche nel web 2.0 non è difficile individuare opportunità come il gruppo Anicec su Facebook, ma occorre ricordare che gli strumenti restano sempre in mano all’uomo e alla sua responsabilità.
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 14-GEN-09
 

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