Liturgia delle ore - Anno A (2013-2014)
Ufficio delle letture

 
Invitatorio
 
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
  
Ant. Il Signore è veramente risorto, alleluia.
 
SALMO 23      Il Signore entra nel suo tempio
Le porte del cielo si sono aperte a Cristo Signore, quando è salito al cielo (sant’Ireneo).
 
Del Signore è la terra e quanto contiene, *
    l’universo e i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondata sui mari, *
    e sui fiumi l’ha stabilita. (Ant.)
 
Chi salirà il monte del Signore, *
    chi starà nel suo luogo santo?
 
Chi ha mani innocenti e cuore puro, †
    chi non pronunzia menzogna, *
    chi non giura a danno del suo prossimo. (Ant.)
 
Egli otterrà benedizione dal Signore, *
    giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca, *
    che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. (Ant.)
 
Sollevate, porte, i vostri frontali, †
    alzatevi, porte antiche, *
    ed entri il re della gloria.
 
Chi è questo re della gloria? †
    Il Signore forte e potente, *
    il Signore potente in battaglia. (Ant.)
 
Sollevate, porte, i vostri frontali, †
    alzatevi, porte antiche, *
    ed entri il re della gloria.
 
Chi è questo re della gloria? *
    Il Signore degli eserciti è il re della gloria. (Ant.)
 
Gloria al Padre e al Figlio *
    e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
    nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
 
Ant. Il Signore è veramente risorto, alleluia.
V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
 
Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
  
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
  
INNO
 
   Ecco il gran giorno di Dio,
   splendente di santa luce:
   nasce nel sangue di Cristo
   l’aurora di un mondo nuovo.
 
   Torna alla casa il prodigo,
   splende la luce al cieco;
   il buon ladrone graziato
   dissolve l’antica paura.
 
   Gli angeli guardano attoniti
   il supplizio della croce,
   da cui l’innocente e il reo
   salgono uniti al trionfo.
 
   O mistero insondabile
   dell’umana redenzione:
   morendo sopra il patibolo
   Cristo sconfigge la morte.
 
   Giorno di grandi prodigi!
   La colpa cerca il perdono,
   l’amore vince il timore,
   la morte dona la vita.
 
   Irradia sulla tua Chiesa
   la gioia pasquale, o Signore,
   unisci alla tua vittoria
   i rinati nel battesimo.
 
   Sia lode e onore a Cristo,
   vincitore della morte,
   al Padre e al Santo Spirito
   ora e nei secoli eterni. Amen.
 
Oppure:
 
   Hic est dies verus Dei,
   sancto serénus lúmine,
   quo díluit sanguis sacer
   probrósa mundi crímina.
 
   Fidem refúndit pérditis
   cæcósque visu illúminat;
   quem non gravi solvit metu
   latrónis absolútio?
 
   Opus stupent et ángeli,
   poenam vidéntes córporis
   Christóque adhæréntem reum
   vitam beátam cárpere.
 
   Mystérium mirábile,
   ut ábluat mundi luem,
   peccáta tollat ómnium
   carnis vitia mundans caro.
 
   Quid hoc potest sublímius,
   ut culpa quærat grátiam,
   metúmque solvat caritas
   reddátque mors vitam novam?
 
   Esto perénne méntibus
   paschále, Iesu, gáudium,
   et nos renátos grátiæ
   tuis triúmphis ággrega.
 
   Iesu, tibi sit glória,
   qui morte victa prǽnites,
   cum Patre et almo Spíritu,
   in sempitérna sǽcula. Amen.
 
1 ant. Viene il nostro Dio,
          non si nasconde e non tace, alleluia.
 
SALMO 49      Il culto gradito a Dio
Cristo non abolì il culto antico, ma lo portò alla sua perfezione; disse infatti:
Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento (cfr. Mt 5, 17).
 
I    (1-6)
 
Parla il Signore, Dio degli dèi, *
    cònvoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, splendore di bellezza, *
    Dio rifulge.
 
Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; †
    davanti a lui un fuoco divorante, *
    intorno a lui si scatena la tempesta.
 
Convoca il cielo dall’alto *
    e la terra al giudizio del suo popolo:
 
«Davanti a me riunite i miei fedeli, *
    che hanno sancito con me l’alleanza
        offrendo un sacrificio».
 
Il cielo annunzi la sua giustizia: *
    Dio è il giudice.
 
1 ant. Viene il nostro Dio,
          non si nasconde e non tace, alleluia.
  
2 ant. Offri a Dio un sacrificio di lode, alleluia.
 
II     (7-15)
 
«Ascolta, popolo mio, voglio parlare, †
    testimonierò contro di te, Israele: *
    Io sono Dio, il tuo Dio.
 
Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; *
    i tuoi olocausti mi stanno sempre dinanzi.
Non prenderò giovenchi dalla tua casa, *
    né capri dai tuoi recinti.
 
Sono mie tutte le bestie della foresta, *
    animali a migliaia sui monti.
Conosco tutti gli uccelli del cielo, *
    è mio ciò che si muove nella campagna.
 
Se avessi fame, a te non lo direi: *
    mio è il mondo e quanto contiene.
Mangerò forse la carne dei tori, *
    berrò forse il sangue dei capri?
 
Offri a Dio un sacrificio di lode *
    e sciogli all’Altissimo i tuoi voti;
invocami nel giorno della sventura: *
    ti salverò e tu mi darai gloria».
 
2 ant. Offri a Dio un sacrificio di lode, alleluia.
  
3 ant. Amore voglio, non sacrifici; non offerte,
         ma comunione con me, dice il Signore,
         alleluia.
 
III    (16-23)
 
All’empio dice Dio: †
    «Perché vai ripetendo i miei decreti *
    e hai sempre in bocca la mia alleanza,
 
tu che detesti la disciplina *
    e le mie parole te le getti alle spalle?
Se vedi un ladro, corri con lui; *
    e degli adùlteri ti fai compagno.
 
Abbandoni la tua bocca al male *
    e la tua lingua ordisce inganni.
Ti siedi, parli contro il tuo fratello, *
    getti fango contro il figlio di tua madre.
 
Hai fatto questo e dovrei tacere? †
    Forse credevi ch’io fossi come te! *
    Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati».
 
Capite questo voi che dimenticate Dio, *
    perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
 
Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, †
    a chi cammina per la retta via *
    mostrerò la salvezza di Dio.
 
3 ant. Amore voglio, non sacrifici; non offerte,
         ma comunione con me, dice il Signore,
         alleluia.
 
V. Esultano il mio cuore e la mia carne, alleluia,
R. nel Dio vivente, alleluia.
  
PRIMA LETTURA
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni, apostolo     7, 1-17
 
La moltitudine dei segnati con il sigillo di Dio
 
        Io, Giovanni, vidi quattro angeli che stavano ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro venti, perché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su alcuna pianta. Vidi poi un altro angelo che saliva dall’oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: «Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi». Poi udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d’Israele:
                dalla tribù di Giuda dodicimila;
                dalla tribù di Ruben dodicimila;
                dalla tribù di Gad dodicimila;
                dalla tribù di Aser dodicimila;
                dalla tribù di Nèftali dodicimila;
                dalla tribù di Manàsse dodicimila;
                dalla tribù di Simeone dodicimila;
                dalla tribù di Levi dodicimila;
                dalla tribù di Ìssacar dodicimila;
                dalla tribù di Zàbulon dodicimila;
                dalla tribù di Giuseppe dodicimila;
                dalla tribù di Beniamino dodicimila.
        Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce:
        «La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all’Agnello».
        Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
        «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
        Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: «Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame,
né avranno più sete,
né li colpirà il sole,
né arsura di sorta (Sal 120, 6; Is 49, 10),
perché l’Agnello che sta in mezzo al trono
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio tergerà ogni lacrima
dai loro occhi» (Sal 22, 2; Ez 34, 23; Is 25, 8).
 
RESPONSORIO       Cfr. Ap 7, 13. 14; 6, 9
R. Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono? Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione:
* hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello, alleluia.
V. Vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza:
R. hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello, alleluia.
  
SECONDA LETTURA
Dal «Commento sulla prima lettera di Pietro» di san Beda Venerabile, sacerdote
(Cap. 2; PL 93, 50-51)
 
Stirpe eletta, sacerdozio regale
 
        «Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale» (1 Pt 2, 9). Questa testimonianza di lode una volta fu data all’antico popolo di Dio per mezzo di Mosè. Ora ben a ragione l’apostolo Pietro la dà ai pagani perché hanno creduto in Cristo, il quale come pietra angolare ha accolto le genti in quella salvezza che Israele aveva avuto per sé.
        Chiama i cristiani «stirpe eletta» per la fede, per distinguerli da coloro che, col rigettare la pietra viva, sono diventati rèprobi.
        Poi «sacerdozio regale» perché sono uniti al corpo di colui che è re sommo e vero sacerdote, il quale, in quanto re, dona ai suoi il regno e, in quanto pontefice, purifica i loro peccati col sacrificio del suo sangue. Li chiama «sacerdozio regale» perché si ricordino di sperare un regno senza fine e di offrire sempre a Dio i sacrifici di una condotta senza macchia.
        Sono chiamati anche «gente santa e popolo, che Dio si è acquistato» secondo quello che dice l’apostolo Paolo, esponendo il detto del profeta: Il mio giusto poi vive di fede; se invece indietreggia, non si compiace di lui l’anima mia; ma noi, dice, non siamo di quelli che si sottraggono per loro perdizione, ma gente che sta salda nella fede per salvare l’anima propria (cfr. Eb 10, 38). E negli Atti degli Apostoli: «Lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio che egli si è acquistata con il suo sangue» (At 20 28).
        Perciò siamo diventati «popolo che Dio si è acquistato» (1 Pt 2, 9) con il sangue del nostro Redentore, cosa che era una volta il popolo di Israele redento dal sangue dell’agnello in Egitto.
        Perciò nel versetto seguente, dopo di avere ricordato misticamente l’antica storia, insegna che questa deve essere compiuta anche in senso spirituale dal nuovo popolo di Dio dicendo: Perché abbiate ad annunziare i suoi prodigi (cfr. 1 Pt 2, 9). Come infatti coloro che da Mosè furono liberati dalla schiavitù egizia intonarono un canto trionfale al Signore, dopo il passaggio del Mar Rosso e l’annegamento dell’esercito del faraone, così bisogna che anche noi, dopo aver ricevuto la remissione dei peccati nel battesimo, ringraziamo degnamente per i benefici celesti.
        Infatti gli Egizi, che angariavano il popolo di Dio, e che significano anche «tenebre» e «tribolazione» simboleggiano bene i peccati che ci perseguitano, ma che sono stati distrutti nel battesimo.
        Anche la liberazione dei figli di Israele e il loro arrivo alla terra da tempo promessa, ben si addice al mistero della nostra redenzione, per mezzo della quale aspiriamo alla luce della celeste dimora, sotto l’illuminazione e la guida della grazia di Cristo; la luce di questa grazia la dimostrò anche quella nube e colonna di fuoco che per tutto quel viaggio li difese dall’oscurità della notte e, attraverso un cammino pieno di indescrivibili peripezie, li condusse alla promessa patria definitiva.
 
RESPONSORIO           Cfr. 1 Pt 2, 9; Dt 7, 7; 13, 6
R. Voi siete la stirpe eletta, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato:
* proclamate le opere meravigliose di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce, alleluia.
V. Il Signore vi ha scelto e vi ha riscattato dalla condizione di servi:
R. proclamate le opere meravigliose di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce, alleluia.
  
ORAZIONE
        O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
        R. Amen.
 
Benediciamo il Signore.
        R. Rendiamo grazie a Dio.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 22-APR-14
 

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