Il 25 maggio la Chiesa italiana ha ricordato San Camillo De Lellis
Il 25 maggio del 1550, a Bucchianico (Chieti), nasceva san Camillo de Lellis. Questa data tanto cara al mondo camilliano (in cui si ricordano anche i martiri camilliani della carità) è stata celebrata in modo del tutto speciale, nellanno del quarto centenario della morte di San Camillo.
Sede di tutte le manifestazioni a Roma è stata la chiesa di Santa Maria Maddalena (sede della Casa generalizia dellOrdine) che dal 22 al 25 maggio è stata aperta al pubblico dalle ore 9 alle ore 24, registrando una grande affluenza di visitatori.
In preparazione al 25 maggio si è svolto un triduo di preghiera per gli ammalati e gli operatori sanitari, che ha visto ogni sera la recita del Santo Rosario, le litanie di San Camillo e una celebrazione eucaristica.
Il 22 maggio la santa Messa - presieduta da padre Antonio Marzano, superiore della comunità camilliana dellospedale San Giovanni di Roma - è stata animata dai gruppi di volontariato e preghiera presenti nel nosocomio, fra cui un nutrito gruppo di suore ospedaliere della Misericordia.
Il 23 maggio la celebrazione serale è stata presieduta da monsignor Ermenegildo Manicardi, rettore del Collegio Capranica che si trova a pochi passi dalla chiesa della Maddalena. A curare lanimazione sono stati i seminaristi del Collegio.
Infine, sabato 24 maggio sono stati gli studenti camilliani ad animare la santa Messa, celebrata dal superiore dello Studentato camilliano di Roma padre Laurent Zoungrana.
La serata si è conclusa con un concerto dorgano tenuto dal maestro francese Hervè Désarbre, che ha richiamato in chiesa amanti della musica e turisti presenti al centro di Roma.
Sempre sabato, nella sede dellIstituto internazionale di teologia pastorale Camillianum, si è tenuto un forum sul volontariato dal tema Una solidarietà senza equivoci. Allincontro - moderato dalla giornalista del tg regionale Lazio Paola Aristodema - hanno partecipato il vescovo ausiliare di Roma monsignor Matteo Zuppi, il direttore per le aggregazioni laicali e le confraternite del Vicariato di Roma monsignor Antonio Interguglielmi, il cappellano dellospedale San Giovanni di Roma padre Giovanni Aquaro e il governatore delle Misericordie di Roma centro Gian Piero Sbaraglia.
La giornata di domenica 25 maggio, ricorrenza della nascita di San Camillo, è iniziata con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale dei Camilliani padre Paolo Guarise, a cui hanno partecipato i delegati dellassemblea internazionale della Famiglia camilliana laica, che si era conclusa il giorno prima a Mottinello (Vicenza).
Alle 16:30 uno dei momenti più significativi delle celebrazioni: il convegno patrocinato dallUfficio nazionale per la pastorale della salute della Conferenza Episcopale Italiana, che ha avuto come tema Camillo, un santo precursore dellassistenza sanitaria in Italia.
Allincontro - moderato dal giornalista e vicedirettore di Rai2 Luciano Onder - hanno partecipato il vicario generale dei Camilliani, padre Paolo Guarise, il direttore dellUfficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, don Carmine Arice, e lon. Maria Pia Garavaglia, già ministro della Sanità.
Introducendo i lavori, Onder ha ripercorso la straordinaria parabola umana di San Camillo - vissuto a cavallo fra il XVI e il XVII secolo - e il suo ruolo di precursore dellassistenza sanitaria in Italia. La sua - ha detto - è stata una vita appassionata e ribelle per amore di Dio, da cui sono scaturiti i frutti preziosi dellOrdine dei Ministri degli Infermi, delle due congregazioni religiose femminili (Ministre degli Infermi e Figlie di San Camillo) e della Famiglia camilliana laica.
Il messaggio di San Camillo - ha sottolineato don Arice - è di grandissima attualità anche nel mondo di oggi, in cui lassistenza sanitaria risente della crisi economica e della tendenza alla razionalizzazione. Mentre gli ospedali diventano aziende e lessere umano viene considerato un utente (se non addirittura un cliente), San Camillo ci ricorda la necessità di umanizzare le cure e di mettere sempre al centro luomo, andando oltre il puro assistenzialismo. Augurando alla grande famiglia camilliana di portare avanti lispirazione originaria del proprio fondatore, don Arice ha espresso lapprezzamento di tutta la Chiesa italiana per questo figlio illustre che ha saputo unire intelligenza, cuore e azione a servizio dei malati, testimone credibile, gioioso e intraprendente di una vita vissuta in pienezza.
Dopo 400 anni, il carisma di San Camillo è più vivo che mai, ha ribadito nel suo intervento lon. Maria Pia Garavaglia. Le regole da lui dettata ai suoi seguaci - ha proseguito - sembrano scritte ai giorni nostri: lattenzione individuale al malato e al suo benessere, la continuità assistenziale, il contrasto agli sprechi, la pulizia delle corsie ospedaliere, sono solo alcuni dei principi considerati imprescindibili da San Camillo, ben prima che fossero codificati in regole di deontologia infermieristica.
Il convegno è stato anche loccasione per presentare la tesi di laurea della dott.essa Antonella Palumbo, che ha appena concluso il corso di studi in Infermieristica allUniversità Tor Vergata di Roma, con un lavoro dedicato a San Camillo de Lellis, riformatore dellassistenza infermieristica.
Momento finale della giornata è stata la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal segretario generale della CEI, monsignor Nunzio Galantino, animata dal coro In laetitia, diretto dal maestro Fabio Nesbeda, con la partecipazione del mezzosoprano Patrizia Iervolino.