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Verso la GMCS, il contributo del Copercom


Anche quest’anno il Copercom coglie l’occasione del Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (1° giugno 2014), per offrire una riflessione a più voci (e volti). Questa volta abbiamo pensato di “tradire” la scrittura a favore della parola pronunciata dai protagonisti della comunicazione. In tanti hanno già aderito alla nostra iniziativa. Ne siamo davvero lieti e li ringraziamo sin da ora. Si tratta di amici che operano nei più diversi ambiti della comunicazione e con ruoli diversi. Ma tutti hanno accettato di metterci la faccia per dare vita a questa riflessione collettiva per parole e immagini. I linguaggi della comunicazione variano e sempre più si fa strada, sul Web, la forza dei video. Il successo di YouTube come piattaforma sociale sta lì a dimostrare il valore delle immagini. E noi proviamo, come Copercom, a ritagliarci un piccolo spazio nel quale le parole hanno un peso specifico dovuto proprio alla professionalità e alla generosità dei comunicatori.
Noi siamo ben consapevoli che il Messaggio affidatoci da Papa Francesco ha un grandissimo valore relazionale, non a caso ha scelto un tema (“Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”) che da un lato riflette la sua particolarissima sensibilità, ma dall’altro richiama tutti i comunicatori a non perdere mai di vista la persona umana in tutte le sue dimensioni. La sua predilezione per i poveri è un costante invito rivolto a tutti i comunicatori: vivete la professione con uno sguardo sempre attento al valore della persona umana. Lo testimonia subito Massimo Milone, Direttore di Rai Vaticano, che si è prestato per rompere il ghiaccio. È lui il primo dei comunicatori che per alcune settimane ci accompagneranno in questa riflessione collettiva. Siamo sicuri che non mancheranno l’originalità e la sincerità.
Noi crediamo che la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali debba essere vissuta con rinnovata consapevolezza. È un’occasione troppo importante per non coglierla come un momento per guardarci dentro con sincerità, per scavare nelle nostre intenzionalità, per ripercorrere anche i nostri errori, per chiederci se riusciamo sempre a cogliere il valore della prossimità che il Papa ci indica nella figura del buon samaritano, per valutare se riusciamo a farci coinvolgere “con rispetto nelle domande e nei dubbi” degli altri, per capire se “abbiamo paura di farci cittadini nell’ambiente digitale”.
I nostri amici comunicatori ci aiuteranno, ci auguriamo, a sciogliere tante domande. Lo auguriamo a loro. Lo speriamo per noi stessi. Anche perché quando Papa Francesco ci ripete che, “tra una Chiesa accidentata che esce per strada e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima”, in fondo non ci chiede altro che di uscire e rischiare. Quale invito migliore per i comunicatori? Rischiare la nostra faccia per raccontare. Una missione meravigliosa. Una missione evangelica. Ecco perché non possiamo che ringraziarlo e misurarci con le sue parole e con l’impegno che ci affida: costruire media che “possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri”.
Come vedete, cari amici del Copercom, una questione seria. E una bella scommessa.
Buona comunicazione a tutti.

Domenico Delle Foglie
Presidente del Copercom

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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 20-FEB-14
 

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