· Una sobria monizione introduttiva puņ mettere in luce la valenza del giorno primo ed ottavo, giorno del raduno pasquale dei discepoli (cfr. Gv 20,26), tempo della fede pasquale vissuta nella celebrazione eucaristica.
· Latto penitenziale puņ essere sostituito dallaspersione con lacqua benedetta(si veda il formulario pasquale nel Messale Romano, pp. 1035-1036). Tale gesto, ripetuto nelle domeniche, gioverebbe a qualificare linizio della celebrazione, a istituire un raccordo con la grande Veglia e a fare memoria del Battesimo, quale prima Pasqua di ogni credente. Le parole dellintroduzione potrebbero prendere spunto dalla seconda lettura (1 Pt 1,3-9) che allude alla rigenerazione mediante la risurrezione di Cristo.
· Non scada proprio questoggi e nelle domeniche successive la gioia pasquale vissuta negli otto giorni: in particolare, il canto dellAlleluia con la stessa melodia per tutte le domeniche caratterizzi lunitarietà del tempo e si valuti lopportunità del ritornello alleluiatico al salmo responsoriale. Si valuti lopportunità di riproporre il canto della sequenza pasquale. In tutte le domeniche lassemblea canti anche linno festivo (Gloria), magari con una melodia di facile esecuzione e colui che presiede apra la preghiera eucaristica possibilmente cantando il prefazio. Non si dimentichi lembolismo del giorno pasquale nella preghiera eucaristica e il congedo solenne al termine della celebrazione.
· Il rito della pace venga tolto dallassuefazione che spesso lo rende un gesto automatico e inefficace. Una brevissima introduzione lo puņ collegare al duplice dono di pace del Risorto alla comunità dei discepoli: «Pace a voi!» (Gv 20,19; 21) mentre linvito diaconale lo associa alleffusione dello Spirito secondo la pericope giovannea proclamata (Gv 20,22): «Nello Spirito del Cristo risorto datevi un segno di pace» (Messale Romano, p. 420).