In cosa consiste la vostra proposta di accoglienza diffusa? Nel cercare di gestire laccoglienza dei profughi giunti dal Nord Africa , in collaborazione con il Consorzio Filo da tessere, volevamo condividere con la comunità ecclesiale il senso e il valore dellattenzione verso gli altri e contemporaneamente offrire ai profughi una modalità di vita più vicina a quella che auspicano per se stessi. Abbiamo così evitato il concentramento dellospitalità in un unico centro, dove le tematiche dellintegrazione vengono sfalsate. I profughi sono stati accolti da famiglie, da parrocchie, da enti religiosi, con una corale partecipazione di volontari e famiglie.
Come ha risposto la comunità? I biellesi hanno risposto con entusiasmo; sono state messe a disposizione 15 soluzioni abitative per 49 persone; sono stati portati a termine 16 percorsi di avviamento al lavoro o assunzione; 13 sono le persone inserite in percorsi di formazione professionale; 47 persone inserite in percorsi di istruzione di italiano livello intermedio e avanzato; tutti hanno ottenuto Protezione sussidiaria o umanitaria (anche a tre persone che non avevano i requisiti la Questura di Biella ha rilasciato una Protezione Umanitaria riconoscendo lalto livello di integrazione); il territorio ha un progetto molto conosciuto che ha posto il tema della accoglienza al centro del dibattito; è stata mobilitata una grande disponibilità della Cittadinanza; si sta progettando una immobiliare sociale che possa valorizzare le disponibilità di soluzione abitativa fin qui ricavate oltre lesito della vicenda anche per altre situazioni di bisogno; è stato promosso con CARITAS diocesana Biella e la Fondazione cassa di Risparmio Biella , il Santuario di Oropa, un fondo per il finanziamento di borse lavoro; sostegno al reddito di famiglie in difficoltà; promozione dellautoimprenditorialità.
Un modo di operare per la pace, accogliendo chi fugge da gravi conflitti…e unesperienza che lascerà un segno positivo di accoglienza in tutti.