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Una citazione



«Una Città, una società umana, non è perfetta se non offre il luogo per il conforto della preghiera, per il segreto della speranza, per il colloquio con la nostra coscienza che è il colloquio con Dio: non è perfetta se l‘architetto non ha creato per essa il luogo per isolare, per elevare quei pensieri che consacrano il fatto altissimo di esistere come esseri umani.
Un pensiero mi accompagna sempre: l‘architettura religiosa non è una questione d‘architettura ma di religione. Lo pensai dopo che vidi alcune chiese antiche in Brasile, non lungi da San Paolo, essenziali. Lo pensai dopo che vidi quella cosa essenziale, vera lezione d‘architettura, che è il Sitio di Padre Ignacio: nella cappella una porta con dei buchi, il sacerdote di qua, il peccatore di là: ecco il confessionale: essenzialità, l‘architettura elevata a religione pura. Lo pensi quando vidi “Notre Dame des Pauvres” a Parigi e provai un‘alta emozione (religiosa, non architettonica). Mi turbai in questi pensieri quando meditai sui lavori per Lourdes e sugli errori nei quali gli architetti potevano cadere. Mi turbai in questi pensieri vedendo sulle riviste (e al vero) alcune “chiese moderne”, chiese sofisticate, e chiese “pinocchio”: erano essenza di religione? Dove erano strutturalmente interessanti il diavolo non aveva tentato lo spirito dell‘architetto? (Non so se se n‘era impadronito facendogli concepire la chiesa per una ambizione d‘artista o, peggio, per un “esperimento”? E ciņ non aveva contaminato anche gli ecclesiastici committenti traendoli in queste avventure non religiose?).
San Francesco, religioso puro, non aveva nella chiesa francescana, stanzone rettangolare, puro, ritrovato l‘essenziale per la costruzione religiosa?». (pagg. 264-265)


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 03-GIU-14
 

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