Un volume complesso perché in poco più di trecento pagine riassume argomenti di carattere storico, economico, sociale e strutturale. D‘altro canto nel fare questo introduce il lettore alla comprensione dell‘architettura non come fatto in sé, bensì come espressione di un‘epoca, con tutte le sue peculiarità sociali e tecnologiche. Il lettore è portato ad avvicinarsi ai problemi strutturali e ai vincoli tra questi e la forma dell‘edificio, attraverso spiegazioni geometriche che riguardano le tecniche costruttive. E osservandole in esempi concreti di cattedrali costruite: in tal modo ci si addentra nel linguaggio dell‘architettura in corpore vivo, rifuggendo dall‘astrazione dei formalismi in cui il dibattito contemporaneo spesso ricade. L‘epoca a cui Bechmann si riferisce non conosceva la distinzione tra ingegneri, architetti, capocantieri: la teoria costruttiva non era staccata dalla prassi. E questo è un argomento sul quale l‘Autore appunta la sua polemica, ritenendo che nel mondo contemporaneo la specializzazione puramente intellettuale impoverisca la capacità creativa dei progettisti. È un libro che consente a chiunque di avvicinare l‘architettura, a cominciare a comprendere le tecniche costruttive, ad acquisire un linguaggio specialistico, a ragionare sulla complessità di quel fenomeno ineguagliabile che sono le cattedrali gotiche, tra le massime espressioni dell‘Europa cristiana. Alcuni passi che riflettono pregiudizi superficiali sulla Chiesa non inficiano l‘importanza dell‘opera, che è di carattere storico-tecnologico. Strutture e problemi statici esaminati nelle costruzioni medievali; la gestione dei cantieri; i rapporti tra forma e costruzione, si analizzano con facilità grazie al distacco dell‘epoca passata, e aiutano a comprendere meglio gli edifici contemporanei.