Lo sguardo quotidiano non è solo il titolo dellormai prossimo Convegno nazionale dei direttori e dei collaboratori degli uffici diocesani delle comunicazioni sociali (8-10 maggio), ma pure una metafora avvincente che evoca un problema o, per meglio dire, una sfida. E cioè: come accorciare la distanza tra i media e la realtà? E quanto si chiede nelleditoriale del prossimo numero dellOsservatorio Comunicazione & Cultura don Domenico Pompili, Direttore dellUcs CEI.
Limpressione diffusa infatti è che non solo i giornali, ma anche la TV e la radio rischino spesso di parlarsi addosso - spiega Pompili -. Col risultato di sommergere lelementare verità delle cose e di rincorrere pensieri e diagnosi che spesso nascono e muoiono allinterno di ambienti asfittici o ormai privi di idee. Cloni di se stessi, prigionieri talvolta degli stessi volti e delle stesse performances.
A partire da questa persuasione sempre più condivisa, si vorrebbe tentare di descrivere una serie di traguardi intermedi che possano riscattare la comunicazione sociale - ivi compresa quella ecclesiale - da quel virus dellautoreferenzialità che è lesatto contrario della comunicazione. Da questo punto di vista lappuntamento di Milano mi pare faccia già intravedere - stando semplicemente alla scansione tematica delle giornate e alle tuttaltro che trascurabili presenze - almeno tre mete da guadagnare insieme.