Il mistero pasquale inaugurato nel Sangue: il Venerdì santo Strutturata come una liturgia della Parola, la celebrazione della Passione del Signore ruota attorno al concetto giovanneo di esaltazione: mentre il Figlio muore ucciso, egli riceve gloria dal Padre. La sua morte è la proclamazione della vittoria di Dio sul male e sulla morte come si evince dalla lunga contemplazione di Isaia sulle sofferenze del Servo del Signore che, dopo i dolori e le angosce, «vedrà la luce» (53, 11). Su questa radice così forte si innesta la solenne preghiera universale dove lassemblea intercede per la salvezza di tutto il mondo associandosi così alla grande intercessione di Cristo morente sulla croce: nessun uomo è solo, ma è unito allamore di Cristo che ha dato la vita per noi. Ciò che si celebra nella Parola salvifica e nellintercessione fiduciosa si contempla nella fede attraverso il rito dellostensione e delladorazione della croce. Nel segno glorioso di Cristo innalzato, non si indulge a toni doloristici o funebri, ma si celebra la gloria della sua passione damore. Lo strumento della vergogna ora è portato solennemente, svelato e mostrato: è icona gloriosa della nostra vittoria e della nostra speranza. Per antichissima tradizione in questo giorno non si celebra lEucaristia nellattesa di celebrarla nella notte sacramentale per eccellenza, la notte della risurrezione. Tuttavia, è prevista la comunione eucaristica: possibilità offerta a tutti per unire la propria vita al sacrificio di Cristo.
· «In questo giorno in cui Cristo è stato immolato, la Chiesa con la meditazione della passione del suo Signore e sposo e con ladorazione della croce commemora la sua origine dal fianco di Cristo, che riposa sulla croce, e intercede per la salvezza di tutto il mondo». (Preparazione e celebrazione delle feste pasquali, 58) Mentre lassemblea radunata ascolta il testo profetico di Isaia (52, 13-53,12) sul Servo del Signore trafitto per le nostre iniquità, la meditazione della lettera agli Ebrei (4, 14-16; 5,7-9) sullobbedienza di Cristo nella sua sofferenza e il racconto giovanneo della Passione non si limita a garantire la continuità tra questo e quel Venerdì santo, ma nellottica della fede riconosce nella morte cruenta di Cristo la sua origine e adorando il legno della croce riconosce i frutti di salvezza che scaturiscono da quellalbero di vita. Tale consapevolezza deve poter emergere nella prassi celebrativa con alcune attenzioni concrete.
- La proclamazione della Parola di Dio sia veramente liturgica attraverso la scelta di ministri preparati nella lettura dei testi biblici e nei canti previsti. Dove ciò è possibile, non si accantoni la possibilità dellesecuzione in canto del testo della Passione dandogli così il giusto peso celebrativo. Lomelia, per quanto breve, non venga omessa e contribuisca a irrobustire la fede dei credenti nel dono damore di Dio in Cristo. - Lostensione e ladorazione della croce sia svolta «con lo splendore di dignità che conviene a tale mistero della nostra salvezza» (Preparazione e celebrazione delle feste pasquali, 68). Dopo lascolto e la supplica, la fede della Chiesa prende la forma del gesto adorante: la contemplazione con lo sguardo, lacclamazione corale, la prostrazione nel silenzio più eloquente di ogni parola e, infine, la partecipazione di tutti attraverso il bacio o un altro gesto di intima venerazione e il canto. In una sequenza rituale, sobria e solenne ad un tempo, il corpo è protagonista delladorazione, le emozioni trovano il loro posto e, soprattutto nellofferta testuale del Messale, la fede ecclesiale si esprime con accenti lirici di vera bellezza e profondità: «Adoriamo la tua croce, Signore, lodiamo la tua risurrezione. Dal legno della croce è venuta la gioia in tutto il mondo».