Si celebri la Messa del giorno di Pasqua con grande solennità (PS, 97). Questa indicazione ci invita ad esprimere a livello celebrativo la centralità della Pasqua allinterno dellAnno liturgico. La celebrazione di questo giorno è un solenne rendimento di grazie per il soffio di vita nuova portato dal Risorto nella Chiesa e nei cristiani che la formano. Diventa allora una rinnovata professione di fede in Colui che è il Vivente riapparso glorioso tra i suoi. Fu proprio il Concilio Vaticano II, di cui si celebra il Cinquantesimo anniversario, a sottolineare come ogni celebrazione della liturgia sia celebrazione del mistero pasquale; in questo senso la festa annuale della Pasqua va considerata, unitamente con il suo Triduo, centro dellanno liturgico. La Chiesa che sempre proclama le meraviglie di Dio, lo fa soprattutto in questo giorno nella pienezza della gioia (prefazio). È opportuno quindi, celebrare il giorno della Pasqua con una evidente solennità, tanto nel canto quanto nello svolgimento di tutta lazione rituale.
Leucarestia inizierà con il rito per laspersione dellacqua, benedetta nella Veglia pasquale (Appendice al Messale Romano, pagg. 1034-1036), evitando di ridurre il rito a significati penitenziali e che il segno dellaspersione sia autentico (colui che presiede passi in mezzo allassemblea aspergendo in modo conveniente i fedeli). Durante laspersione si canti lantifona Ecco lacqua (Messale Romano, pag. 1033), o un altro canto di carattere battesimale (Acqua viva, RN 162). Le acquasantiere che si trovano allingresso vengano riempite con la stessa acqua (PS, 97).
Si proponga, laddove è possibile, il canto della sequenza Victimae paschali (RN, 195), avendo cura di fornire allassemblea il testo latino musicato, con la traduzione italiana a fronte, in modo che tutti possano seguire agevolmente: in tal caso si prepari la schola cantorum per guidare lassemblea e favorirne così la partecipazione. Si cerchi, tuttavia, di eseguire la sequenza in canto: la sospensione del ritmo celebrativo che essa produce e la sua stessa natura originaria impongono che non sia semplicemente letta. Le comunità che trovano particolarmente difficile la versione gregoriana della sequenza possono scegliere di cantare il testo italiano in una delle edizioni musicali disponibili (suggeriamo Sequenza pasquale di V. Giudici in Pasqua. Canti per la Messa - Liturgia della Parola, Paoline, Roma 1998).
NellAnno della Fede non si dimentichi di vivere il Tempo pasquale come tempo originario per la fede della Chiesa: anche a livello rituale ciò potrà essere espresso attraverso opportune monizioni iniziali e soprattutto con la giusta valorizzazione della Professione di fede, secondo i suggerimenti già indicanti in precedenza. Infine, la celebrazione eucaristica può essere conclusa utilizzando il formulario della benedizione solenne (cfr. Messale Romano, pag. 432-433) e del congedo tipicamente pasquale, possibilmente in canto.
Pur essendo il centro della liturgia, la celebrazione eucaristica non può mai esaurire in sé lassolvimento del precetto festivo; infatti, la celebrazione della Domenica e ancor di più della principale Domenica dellanno, cioè della Pasqua, deve prevedere altre azioni rituali che possano irradiare a tutte le ore del giorno la grazia dellEucarestia. Tra questi, le Lodi e i Vespri - che specialmente a Pasqua e possibilmente in tutte le Domeniche di Pasqua- potrebbero essere riproposti alle comunità cristiane. La liturgia delle Ore, ben curata, possibilmente eseguita in canto, renda le Domeniche di Pasqua occasioni per ricomporre la comunità cristiana ormai redenta dal sangue dellAgnello pasquale e rinata dal suo costato aperto. Al n. 98 di Paschalis Sollemnitatis leggiamo: Si conservi, dove già è in vigore, o secondo lopportunità si instauri, la tradizione di celebrare nel giorno di Pasqua i Vespri battesimali, durante i quali al canto dei salmi si fa la processione al fonte. Si tratta di un forte richiamo al frutto della Pasqua che nel Battesimo ha fatto della comunità credente un popolo sacerdotale che innalza a Dio, per mezzo di Cristo, il sacrificio del ringraziamento e della lode, manifestazione del nuovo culto.
La fedeltà a questi richiami possono aiutare a dare limpronta caratteristica a questo giorno, che spesso rischia, dopo la grande Veglia, di trasformarsi nelle comunità cristiane, in una celebrazione scarna dal punto di vista del clima celebrativo.