Sussidio Quaresima-Pasqua 2013 - Ufficio liturgico nazionale
21 aprile - IV Domenica di Pasqua
"Io do loro la vita eterna" (Gv 10,28)


Contro i pregiudizi: una nuova cultura dei diritti
 
 
Oggi la mobilità e l’incontro diffuso chiede di coniugare una cultura nuova attorno a dei temi-impegni-diritti che ripensano il trinomio illuminista: libertà, uguaglianza, fraternità per una nuova convivenza. Ripensare la democrazia non a partire dalle paure, ma a partire dal riconoscimento della “democrazia degli altri” (Amartya Sen)[1] e dei diritti dei tutti, secondo la felice indicazione di Norberto Bobbio nella famosa opera ‘L’età dei diritti’. In questo senso, il tema della differenza non crea nuove minoranze, ma come diventa espressione della libertà, oggi allargata dal fenomeno della globalizzazione. Lo sviluppo oggi chiede come condizione la libertà che assume responsabilmente anche il ‘segno’ dell’immigrazione come diritto della persona di un mondo che fugge dalla guerra, dalla miseria, dalle emergenze ambientali, dall’inquinamento e dalla distruzione. 
In secondo luogo, il tema dell’uguaglianza va ripensato non su categorie semplicemente giuridiche, ma legato all’umanesimo integrale: che valorizza ciascuno e tutti, tutte le persone e tutta la persona, perché non esiste un uguaglianza se non dentro una visione universalista dei diritti. Ogni particolarismo uccide l’uguaglianza, non tutela la dignità della persona, crea esclusione e genera conflittualità. Non è possibile oggi accettare non solo nella città, nel nostro Paese, ma nel mondo una differenza costruita sulla divisione tra ricchi e poveri, tra Paesi ricchi e Paesi poveri: non è possibile - come ricordava E. Gorrieri in un lucido saggio - accettare parti eguali tra diseguali, vite ineguali[2].
Troppi diritti che nelle nostre culture liberali, marxiste e cattoliche dal 1848 ad oggi sono state affermati sul piano delle persone (donne, minori, malati…), dei mondi (lavoro, scuola, salute, famiglia…) e delle cose (reddito minimo, casa, voto…) oggi sono negati a chi si muove, è precario, è straniero. Facciamo solo alcuni esempi: il diritto alla giusta retribuzione : gli stranieri a parità di livello e prestazione percepiscono almeno il 30% in meno e le donne straniere raggiungono il 50% in meno di salario rispetto a una persona italiana; un bambino straniero perde mediamente un ano di scuola in Italia; 1 immigrato regolare su 3 ha il medico di base; la partecipazione al voto amministrativo è negato; la possibilità di un giovane immigrato di partecipare a bandi di servizio civile è negata; la cittadinanza dopo 10 anni è ritardata di almeno 2-3 anni; la protezione sociale delle vittime di tratta riguarda solo 1 persona su 3; il diritto d’asilo vede l’Italia come numero di tutele all’ultimo posto. “L’età dei diritti” che Norberto Bobbio indicava come caratteristica della nostra epoca è in realtà l’età dei diritti negati, ritorna ad essere l’età della discriminazione, alimentata da pregiudizi crescenti.
Per questa ragione, il tema dell’alterità oggi chiede di essere rivisto dentro la fraternità, che non esclude conflitti, anche distanze (Caino e Abele, il fratello minore e maggiore della parabola del Padre misericordioso e i miti di molte religioni lo ricordano), ma che si apre a riconsiderare se stessi come altro, per considerare gli altri come se stessi (Ricoeur, Sé come un altro)[3], allargando - nello stile inaugurato da Francesco - la fraternità alle cose, al creato, al mondo: fratello sole, sorella luna, sorella acqua….
 


[1] A. Sen, La democrazia degli altri, Milano, Mondatori, 2004.

[2] E. Gorrieri, Parti eguali fra disuguali. Povertà, disuguaglianza e politiche redistributive nell’Italia di oggi, Bologna, Il Mulino, 2002. 

[3] P. Ricoeur, Sé come un altro, Milano, Jaca book, 1993, p. 435.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 22-GEN-13
 

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