Sussidio Quaresima-Pasqua 2013 - Ufficio liturgico nazionale
3 marzo - III Domenica
"Se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo" (Lc 13,3)


Alla luce della Parola
 
Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell‘Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele» (Es 3,7-8).
 
 
Quando sono debole, è allora che sono forte
 
La nostra attività prevede l’andare in strada per conoscere queste persone, totalmente escluse dal mercato del lavoro e molto spesso dalla società in genere. A questo gruppo della popolazione ci si riferisce con termini diversi: mendicanti, vagabondi, senza tetto e tanti altri. Molti vivono per strada, ma altri fanno ricorso ad alberghi o a strutture specifiche. Queste persone non hanno un tetto, ma il più delle volte gli viene a mancare anche una famiglia, un lavoro e una rete amicale. Conoscerli, parlarci e capire quali sono le difficoltà che attraversano quotidianamente  vuol dire restituirgli la possibilità che qualcuno gli si avvicini senza paura. A Madrid a causa della crisi e dei continui tagli ai servizi le persone per strada sono aumentate. Sono immigrati, senza documenti, ma anche spagnoli. Molti hanno problemi di alcoolismo/droga e/o di salute fisica/mentale. Parti con l’idea di non sentire solo l’ingiustizia ma di voler contribuire a cambiare un pezzettino di questo mondo, ed ecco che cresce la confusione, cosa significa stare con gli ultimi? E chi sono gli ultimi? Alberto, MariaLaika, Juanco e tanti altri nomi… che, stando in strada a fianco a loro, non sono più “solo” nomi, ma diventano storie e “vita”… Mi viene da pensare alle parole di Erri de Luca: “dormire in terra, mischiare nel sonno l’odore di scarpe, capelli e avanzi di cibo, doversi imporre una democrazia con parole stentate e qualche pugno nervoso tra chi ubriaco piangeva e chi timoroso sfuggiva….”. È esattamente quello che vedo: una panchina, un cartone, una busta o uno zaino, a volte un bric di vino, a volte una barba lunga, le rughe e la faccia un po’ nera... e mi chiedo come possano vivere in quel modo… poi mi fermo un attimo e mi dico che dietro quei volti sporchi e imbruttiti dalle intemperie c’è una storia e ci sono delle paure e delle ferite. Ci sono i sogni, e man mano che tu sei lì con loro ti raccontano un pezzettino di sé. Torni a casa e rifletti sul dove incastrare quel pezzo del puzzle.
Lo zaino che la mattina hai riempito con caffè, panini e vestiti si svuota e si riempie di racconti, di sensazioni, di entusiasmo e di groppi allo stomaco… A volte mi sento una perfetta idiota perché non so cosa dire.
 
Una giovane in servizio civile
 
  
Solidali con le persone, solidali con la storia
 
Eravamo certi delle nostre sicurezze, cittadini di un’Europa che prometteva benessere. Siamo ancora dei privilegiati rispetto alla maggioranza degli abitanti di questo mondo, ma sperimentiamo ogni giorno di più l’aumento della povertà. Condividere con gli ultimi i sogni, è l’invito di questa giovane. Condividerli vuol dire entrare in relazione, provare a credere nella comune fraternità.
 
 
Le gioie e le speranze…
 
È dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche. Bisogna infatti conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni e il suo carattere spesso drammatico (Gaudium et spes, 4).


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 21-GEN-13
 

Chiesa Cattolica Italiana - Copyright @2005 - Strumenti Software a cura di Seed