SNEC - Un libro al mese | |||
|
|||
|
|||
«Gli spazi e i luoghi della celebrazione liturgica si convertono da semplici componenti funzionali decise da specifiche azioni liturgiche a metafore di realtà celesti che non seguono unicamente logiche utilitaristiche e dirette ma, proprio perchè figure ideali, divengono memoriali, ossia segni stabili e permanenti che costantemente richiamano, anche al di fuori della celebrazione, levento salvifico che rappresentano. Ancora, gli spazi interni degli edifici furono studiati per esprimere e favorire in tutto la comunione dellassemblea, avvertita come leffettivo soggetto celebrante. Lambiente interno fu orientato verso il centro dellazione liturgica e ritmato secondo un movimento che partiva dallatrio, si estendeva nellaula e si definiva nel ‘presbiterio, percepiti come spazi articolati ma non disgiunti. Larea presbiteriale, ossia quel tratto tra labside e le navate riservato unicamente al clero, fu il punto scelto per lazione liturgica e il referente primario dello spazio interno degli edifici». (pag. 143) |
|||
|
|||
Ultimo aggiornamento di questa pagina: 06-NOV-12
|
|||
Chiesa Cattolica Italiana - Copyright @2005 - Strumenti Software a cura di Seed
|