SNEC - Un libro al mese
Una citazione


«Construere, “costruire”, è: “congiungere uno sull‘altro, uno accanto all‘altro”; aedificare, aedem facere, è: “fare un tempio, una camera, una casa”. Edificare è costruire mirato. In altri termini, costruire una chiesa è materialità scheletrica a cui insufflare la vita - scheletro da “edificare” -. Concluderei l‘ultima delle nostre ermeneutiche con la esemplificazione della tensione edificativa agli inizi della riforma liturgica, non retorizzata da critiche di routine. La scelgo tra eventuali altre esemplificazioni apprezzabili, per il fatto che avendovi contribuito con la mia prima giovanile consulenza, in essa mi è capitato di avvertire come dopo il Vaticano II non stiamo seguendo una moda che domani o dopodomani “cambierà di nuovo” (sono sussurri e grida da letarghizzante astuzia della ragione) ma stiamo recuperando un millennio e mezzo di senso liturgico che (non improvvisamente) nel secolo XVI, in consonanza a una cultura e reagendo spintamente a reazioni sconsiderate, si eclissa; e stiamo correggendo qualche secolo di approssimazioni difettive (si legga così delle edificazioni che precedono il barocco, che il barocco, in sé coerentissimo e rispettabile, a torto smentì e che adesso, coerentemente e rispettosamente, si intende riautenticare). Ipotizzare che tra qualche decennio “cambierà la moda” della partecipazione celebrativa o della identificazione cristologico-ecclesiologia dell‘altare o della proclamazione pasquale della parola di Dio, è supporre né più né meno che nella Chiesa ritorni a eclissarsi il senso liturgico». (Pag. 107)


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 23-AGO-12
 

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