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Molteplici sono le ricostruzioni storiche pubblicate sul periodo preso in considerazione da Marchesi. La sua esposizione ha il notevole pregio della compattezza e della dovizia di esempi e citazioni che consentono un immediato raffronto tra espressione “teorica” e manifestazione “pratica”. La varietà di esempi presi in considerazione consente anche di apprezzare la varietà delle proposte formali maturate in seno al proficuo ripensamento liturgico-architettonico avvenuto in terra germanica che si muovono, sia in ambito strettamente “moderno”, sia (per esempio nelle opere di Dominikus Böhm e del figlio Gottfried o dello steso Steffann) con accenti non privi di richiami storici.
L‘architettura a volte si perde nelle parole: ma gli edifici sono oggetti concreti, e vanno visti ed esaminati per quel che sono. Per questo l‘opera di Marchesi è importante: la sua esposizione è sempre legata a esempi specifici. E quelli considerati hanno un valore profetico per l‘architettura delle chiese, perché raccontano con immediatezza grafica quel che è avvenuto là dove il movimento liturgico si è dispiegato nel modo più fruttuoso. Come scrive Marchesi, “Papa Pio XII, riferendosi al Movimento Liturgico, parlerà nel 1956 di un passaggio dello Spirito Santo nella sua Chiesa” (pag. 26).
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 21-GIU-12
 

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