Il tempo che va dalla domenica di risurrezione alla domenica di Pentecoste si qualifica come tempo dellesultanza per la vittoria di Cristo sulla morte e per la vita nuova dei credenti nel Cristo. È un tempo da celebrare innanzitutto con arte e costanza, come afferma magistralmente la prima parte dellorazione colletta della VI domenica: «Dio onnipotente, fa che viviamo con rinnovato impegno questi giorni di letizia in onore del Cristo risorto (Fac nos, omnipotens Deus, hos laetitiae dies, quos in honorem Domini resurgentis exsequimur, affectu sedulo celebrare)». Affectu sedulo, afferma il testo latino, con passione e accuratezza, con sentimento diligente e assiduo. Tale spirito celebrativo, quindi, domanda di non abbassare la guardia con il passare delle settimane e il sopravvenire di altre incombenze. La novità pasquale sia davvero respirata ritualmente nella scansione dei cinquanta giorni attraverso il canto solenne dellAlleluia, la centralità del cero pasquale acceso, la croce di Cristo ornata e illuminata, il libro dei Vangeli che sempre manifesta e proclama nella sua bellezza lannuncio pasquale, la cura dello spazio, vero giardino della risurrezione nel tempo della Chiesa.