Quaresima-Pasqua 2012 - Ufficio liturgico nazionale
Palme e Triduo Pasquale
L‘esodo della Chiesa nella celebrazione del mistero pasquale
Giovedì Santo. Messa vespertina “Cena del Signore” (Es 12,1-8.11-14) <br>Alessandra Giovannoni<br>acquarello e matita su carta 45,5 x 30,5 <br>Lezionario Domenicale e Festivo Anno B
Giovedì Santo. Messa vespertina “Cena del Signore” (Es 12,1-8.11-14)
Alessandra Giovannoni
acquarello e matita su carta 45,5 x 30,5
Lezionario Domenicale e Festivo Anno B


Noi quindi celebriamo la Pasqua in modo che non solo rievochiamo il ricordo d‘un fatto avvenuto, cioè la morte e la risurrezione di Cristo, ma lo facciamo senza tralasciare nessuno degli altri elementi che attestano il rapporto ch‘essi hanno col Cristo, ossia il significato dei riti sacri celebrati. In realtà, come dice l‘Apostolo: Cristo morì a causa dei nostri peccati e risorse per la nostra giustificazione e pertanto nella passione e risurrezione del Signore è ìnsito il significato spirituale del passaggio dalla morte alla vita.
Agostino, Lettera 55, 2
 
Nell’arco temporale di tre giorni la comunità cristiana si immerge nella vicenda storica del Cristo sofferente e glorificato e per via simbolica “ritorna” al dono pasquale sempre nuovo: la Pasqua di Cristo diventa la Pasqua dei cristiani. Il cammino intrapreso dalla Chiesa nell’itinerario quaresimale, nel percorso che ha condotto alla nuova nascita dei credenti e nella riconciliazione dei penitenti, culmina, infatti, nella celebrazione solenne del Triduo pasquale che segna il transitus dei discepoli nel transitus di Cristo. Non si tratta semplicemente di rievocare fatti lontani per quanto significativi, ma, come ricorda Agostino, di compiere il passaggio dalla morte alla vita attraverso i segni sacramentali che la liturgia mette in atto.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 21-FEB-12
 

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