SNEC - Una chiesa al mese
La prova del tempo: il cantiere della comunità
Arzignano, San Giovanni Battista, la statua bronzea della Deposizione di Nereo Quagliato
Arzignano, San Giovanni Battista, la statua bronzea della Deposizione di Nereo Quagliato

Quando la chiesa comincia ad essere officiata nel 1970, l‘opera non può certo considerarsi conclusa: il controsoffitto, le gradonate inferiori, le balaustre delle gradinate superiori, i banchi e gli arredi lignei, i pavimenti e i marmi sono realizzati solo alla fine degli anni Ottanta, con il contributo della locale Banca Popolare.
L‘uso liturgico degli spazi è risultato in parte differente da quanto auspicato dal committente e dal progettista: l‘altare della Sacra Famiglia è stato utilizzato come luogo del matrimonio solo raramente, ed è usato principalmente come cappella feriale estiva. Una cappella invernale riscaldata è stata ricavata in un vano ausiliario nel basamento, sotto il nartece . I confessionali, previsti nello spazio alle spalle del presbiterio, sono stati sostituiti da uno spazio penitenziale allestito nella saletta già destinata a sacrestia, mentre nuovi arredi lignei (del 2001) hanno consentito di sistemare la sacrestia nel corridoio meridionale , come indicato in una fase progettuale iniziale. Un organo a canne è stato collocato nel 1993 a fianco della pedana presbiteriale.
Il programma iconografico è stato coronato da un‘opera collocata a sinistra dell‘altare : la comunità parrocchiale ha scelto, dopo un lungo e attento percorso, una Deposizione bronzea di Nereo Quagliato , donata da un fedele. Un anziano, Giuseppe d‘Arimatea, regge il corpo inerte e ricurvo di Gesù, la cui mano abbandonata è raccolta con slancio da una bambina, che assiste partecipe alla scena. «Dietro a Lui Giuseppe rappresenta il vecchio patto, l‘Antico Testamento che ha preparato e atteso ed ora offre all‘umanità futura il Messia […]. Davanti a Lui, attirata dal braccio inerte e potente, nata dalla ferita del suo costato (la tensione del corpo della bimba guida l‘occhio a quel punto) è la Chiesa nascente, la nuova Eva che sarà madre di tutti i battezzati, tratta dalle costole del nuovo Adamo, mentre sta dormendo il sonno breve che precede le Risurrezione. È la bambina che sorregge la mano di Cristo, accogliendola tra le sue, oppure è il Cristo morto che "tira su" la bambina alla vita?» (Francesco Pontarin). La comunità aveva chiesto all‘artista un crocefisso, presentato in tre bozzetti diversi: il crocefisso da solo, il crocefisso con una figura piangente, o la deposizione accompagnata dall‘anziano e dalla bambina; tale ultima proposta è stata positivamente accolta sia dalla comunità, sia dalla commissione diocesana per l‘arte sacra. Commenta l‘artista: «Proprio perché la chiesa di San Giovanni Battista è sorta sul terreno vicino alla indimenticabile officina Pellizzari, proprio perché il cosiddetto Villaggio Giardino era stato inventato soprattutto dagli operai, dagli impiegati di quell‘industria unica al mondo, mi piace concludere con le parole dello stesso Antonio Pellizzari riportate da Guido Piovene. Diceva Antonio Pellizzari che chi dona è pari a chi riceve, che se lui portava un operaio alla cultura, e se questi accettava il dono, si sentiva egli stesso arricchito in eguale misura. Ora il mio cuore è così, e così sono le mie mani che hanno plasmato il gesso, la terra, il bronzo per la gente di Arzignano» (Nereo Quagliato intervistato da Bepi De Marzi).
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 13-GEN-12
 

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