Avvento-Natale 2011 - Ufficio liturgico nazionale | |||
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Il Verbo si fece uomo Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l‘unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l‘anno di grazia del Signore. (Isaia 61, 1-2a) … e venne ad abitare IN MEZZO A NOI Il nostro Centro Diurno per persone senza dimora è linsieme di qualche metro quadrato di pavimenti puliti, e calpestati da gente che vive in difficoltà, anche solo momentanea; qualche metro cubo daria condivisa con chi lotta perché gli manca tutto; qualche litro dacqua per chi è solo nellindigenza e senza possibilità di occuparsi della propria igiene, due lavatrici, un po di shampoo, saponi e schiuma da barba che distribuiamo insieme al cambio di intimo mensile, e poi, ancora, qualche chilo di caffè per una macchina professionale, zucchero, qualche cartone di latte, una scorta di bicchieri. Soprattutto da aggiungere sono le voci più o meno squillanti e colorite degli ospiti e qualche spintone fra gli operatori volontari, giovani del servizio civile che lavorano tutti insieme gomito a gomito. Il Centro Diurno non lo si può conoscere se non lo si tocca con mano. In effetti solo dopo essersi messi accanto a loro, ascoltato le loro brevi battute, qualche piccola confidenza e le tante avventure di questi nostri amici di strada, si può percepire che davvero al mondo ci si può stare in diversi modi e che, nonostante non sia semplice cambiare il proprio punto di vista sulla vita, quello altrui ti si svela e ti stupisce e dà a riflettere su debolezze, ferite e fragilità di tutti: noi compresi. Il Centro Diurno, sin dalle 10 del mattino, mette in onda una nuova musica: la possibilità di condividere con gli altri il bisogno di servizi, cibo, tempo, esperienze e sogni, la possibilità di cercare di cambiare lestrema povertà, non in ricchezza illusoria, ma in speranza, e sentire come noi stessi siamo persone capaci di migliorare e di partecipare alla stessa umanità. Due religiosi tra i senza dimora Segni di speranza Soprattutto nelle città è sempre più difficile trovare luoghi di aggregazione, dove stare insieme nella semplicità e nel rispetto, dove chi vive in solitudine può trovare amicizia e convivialità. È un modo di stare insieme che supera le diffidenze e le differenze, un segno di speranza, mentre si tende ad affollare i centri commerciali. In particolare in questo tempo segnato dalla vorticosa preparazione di una festa che rischia di perdere il suo significato più vero, troviamo o organizziamo spazi per stare insieme, ricordandoci delle persone sole! Signore, insegnami a cercare la giustizia, perché possa lodarti come tu vuoi. |
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 05-DIC-11
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