Il dialogo tra linviato di Dio e Maria ci stimola a considerare la forza trasformante della Parola. Nellambito di un impegno educativo nel contesto dellIC, è necessario elaborare itinerari formativi capaci di dire e contestualizzare la Bibbia con la vita, la cultura e lesperienza del destinatario; offrire criteri per valutare e discernere i testi biblici da proporre e poter valorizzare le inclinazioni della persona (cognitive - affettive - comportamentali); in una parola sapere aiutare le persone a cercare la volontà di Dio, per evitare di conformarsi alla mentalità del tempo presente. Alcuni atteggiamenti, isolamento, distrazione e soggettivismo, rivelano la situazione delluomo contemporaneo, che vive radicato nellessere creatura vecchia, fatto che gli impedisce unapertura vera al Dio che si comunica. Da questi atteggiamenti, con la Bibbia, occorre transitare a nuove situazioni, aiutando le persone ad aprirsi alla trasformazione che Dio opera in ciascuno. Dio chiama dallisolamento nel quale luomo è (o corre il rischio di essere), ma il peccato può rallentare, se non addirittura frenare, questa convocazione. Solo dopo il riconoscimento del peccato si giunge alla gioia e alla comunione. Dio parla, ma spesso luomo è distratto e non ascolta, tuttavia Egli offre una buona notizia che chiede alluomo solo la capacità di sapersi affidare. Dio continua a donarsi, nonostante luomo di oggi tenda ad essere un nomade, cioè senza radici e senza memoria. Tuttavia Egli continua ad offrire alluomo la via che lo porta alla vita e alla libertà. Dio manda e invia testimoni a comunicare la novità di relazione con Lui e con gli altri uomini, ma luomo tende al soggettivismo e vive tutto con un relativismo esasperato, elementi che spesso ostacolano laccoglienza dei testimoni e impediscono a Lui stesso di aprirsi alla testimonianza dei doni ricevuti. Ma spesso la parola detta trova la sua consistenza e il suo significato nel luogo dove essa è detta. La crisi dei luoghi e la transizione ai non luoghi ci interpella. Condizione fondamentale per i nostri luoghi, per potere dire la parola è che siano animati dalla speranza. Spesso, affiora unidea della Chiesa, fonte di divieti e di imposizioni che si ritengono ingiustificati. E colta come un freno che blocca il nuovo, che si oppone, con la sua mentalità e i suoi atteggiamenti conservatori, a ciò che apre gli orizzonti verso il futuro. Ma ciò è in contraddizione con la vocazione stessa della Chiesa. Proprio perché si fonda sulla convinzione della fedeltà del Dio che ha fatto grandi promesse all‘umanità, e che ha iniziato ad adempierle soprattutto strappando Gesù dalla morte e portandolo alla pienezza di vita mediante la risurrezione, la comunità ecclesiale è per essenza una comunità di speranza. Essa vive della certezza di quanto Dio ha fatto in passato, ma è appunto questa certezza che la lancia verso il futuro. La pienezza di vita nella quale è entrato Gesù per primo è il traguardo voluto dal Dio fedele per l‘intera umanità. In questo senso la Chiesa è chiamata ad essere una comunità profetica. La speranza riposta in questa meravigliosa promessa di Dio non può lasciare mai tranquilla la Chiesa. La scuote costantemente spingendola alla ricerca della sua realizzazione. Ogni novità degna di tale nome, ogni passo verso ciò che è più pienamente umano, sia sul piano individuale, che sociale, diventa oggetto della sua attenzione e del suo impegno operoso. L‘incontro con la proposta cristiana come orizzonte di valore e di significato, espressi nella fonte biblica o incarnati nell‘esperienza di Chiesa —soprattutto in figure singolarmente significative di credenti—può riuscire risolutiva per dare unità al progetto di vita che il ragazzo e l‘adolescente va, magari a fatica, perseguendo.
Suggerimenti per il catechista
- suscitare il desiderio di ascoltare la Parola di Dio. - Proporre una riflessione sulla sacra scrittura. Parola chiave: ascoltare CdA, La Verità vi farà liberi, nn. 63-73