Avvento-Natale 2011 - Ufficio liturgico nazionale
Suggerimenti per la Catechesi dell‘I.C. dei fanciulli e dei ragazzi


Gesù stesso ci insegna uno stile catechistico nella logica dell’integrazione fede e vita, fatto di accoglienza per fare entrare la persona nella ricchezza del fatto cristiano e lasciando ripartire permettendo al singolo di rielaborare ciò che ha appreso, facendo maturare progressivamente e gradualmente la sua esperienza battesimale. 
Ma in questo dinamismo occorre un’attenzione particolare ad alcune situazioni, con le quali la catechesi si trova a fare i conti costantemente nella sua azione.
Uno dei problemi maggiormente avvertiti oggi è quello di aiutare le persone a nutrire il senso di appartenenza alla comunità ecclesiale. Di fronte all‘assenza o all’attenuazione di questa dimensione, come anche di fronte a una partecipazione comunitaria che è semplicemente frutto di abitudine o di tradizione, occorre aiutare le persone a comprendere che ogni autentica vita cristiana nasce da un‘esperienza di comunione, di comunità, di Chiesa.
Un compito che sembra imporsi con forza nel nostro contesto sociale e culturale è il far prendere coscienza della necessità di inserirsi e di respirare nella comunione ecclesiale, di trasformarla in una scelta motivata. Si matura il percorso della fede dentro la comunità dei discepoli di Gesù Cristo. Se è vero che l‘esistenza del di­scepolo si plasma in Gesù, è altrettanto vero che il discepolato trova nella comunità ecclesiale il naturale approdo e il luogo in cui realizzarsi. Così, solo da una comunità che vive una profonda comunione interna (con Dio, fra i membri, fra gruppi e gruppi, fra comunità e comunità) scaturisce un autentico slancio apostolico a sua volta costruttore di comunione, di solidarietà con il mondo.
La comunità cristiana non può solo annunciare la parola del Signore, ma con la propria vita di comunione, deve diventare espressione viva della Parola che annuncia. I1 tempo della Chiesa non è attesa di un assente, ma capacità di riconoscere e sentire la presenza del Risorto in modo ancor più profondo, è fare esperienza della presenza di Gesù nella fede, nella Parola che lo an­nuncia, nella comunità, nella frazione del pane, nei poveri. Il percorso di vita ecclesiale compiuto dalla prima comunità costituisce in questo il paradigma per l‘attualizzazione di un‘autentica comunione, dove, attraverso il continuo ritorno alla persona e alla vita di Gesù, la comunità ecclesiale è aiutata a intravedere la direzione per il proprio cammino e la propria riuscita. È la quotidianità di queste esperienze salvifiche che sostiene il cammino del discepolato: una ferialità in cui l‘assiduità e la perseveranza assicurano il permanere e il consolidarsi della vita cristiana.
Indubbiamente, la testimonianza di Atti si presenta come uno sguardo sulla vita della prima comunità cristiana, in cui è offerto ai cristiani di tutti i tempi un quadro fondamentale di vita con il quale confrontarsi. Esso si presenta a noi come un appello a non rinunciare alla «idealità» evangelica e all‘entusiasmo che caratterizzano lo slancio iniziale di ogni discepolo. Saper mantener viva la prospettiva di un percorso in crescita, in rapporto a grandi ideali della forza trainante del Vangelo, anche dentro la fatica quotidiana dell‘esperienza ecclesiale, è una delle sfide che provocano la Chiesa di ogni tempo. È un impegno che non si identifica con una ripresa nostalgica del passato, ma che sollecita la cura per una viva consapevolezza della efficace presenza del Si­gnore.
Anche la storia della Chiesa, nel suo stretto legame alla parola di Gesù, è Vangelo, lieta notizia, promessa salvifica, luogo dove il dono di Dio fruttifica. La Chiesa è chiamata a realizzare una duplice fedeltà: alla memoria di Gesù e al comune patrimonio di fede e alle esigenze dell‘ambiente specifico in cui ogni comunità si trova. È il dono inestimabile della Parola di Dio, accolta e pronunciata nel linguaggio, nella cultura dell‘uomo d‘oggi, che permette alla Chiesa di essere riconosciuta come capace di offrire un significato alla domanda sempre più forte di senso, di speranza, di apprezzamento della vita.
La Chiesa si manifesta nell‘accoglienza e nella disponibilità a rivivere i gesti e le parole che Gesù stesso ha indicato come il volto dell‘amore di Dio nei nostri confronti.
Così la Chiesa si fa capace di suscitare ancora oggi interrogativi, stupore, simpatia; che è capace cioè di coinvolgere ogni uomo perché mentre parla direttamente al cuore di ciascuno è trasparenza dell‘a­gire di Dio. Nella capacità di annunciare con credibilità questa realtà sentirà la simpatia dell‘uomo ritornare su di sé come realizzazione matura del proprio annuncio e del proprio cammino. Una simpatia che non ritornerà sui discepoli per fermarsi lì, ma si rivolgerà alla gloria di Dio, perché la vita della comunità sarà davvero la trasparenza di Dio.
 
 
Suggerimenti per il catechista
 
-    suscitare la memoria del battesimo ricevuto.
-    promuovere iniziative per riappropriarsi della propria identità battesimale.
 
Parola chiave: comunità
 
CdA, La Verità vi farà liberi, nn. 669-678
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 02-DIC-11
 

Chiesa Cattolica Italiana - Copyright @2005 - Strumenti Software a cura di Seed