La coscienza morale è un giudizio critico di un operato concreto. Lo ha detto ieri sera Paolo Bustaffa, vicepresidente del Copercom, intervenendo al laboratorio online Animatori cultura e comunicazione. Anche lattività di un giornalista - ha aggiunto -, soprattutto nella logica di internet, non può prescindere dalla coscienza e deve offrire il migliore servizio possibile alla verità. Secondo don Armando Matteo, docente di teologia alla Pontificia Università Urbaniana, noi siamo coscienza e realtà di giudizio, ma siamo anche libertà di scelta: La coscienza è una voce delicata che ci ricorda qual è il fine ultimo delluomo: il bene. Oggi, però, cè una sempre maggiore difficoltà a far uscire questo valore. In questo senso, ha evidenziato don Matteo, i media laici e i media cattolici, ma anche i cittadini, possono e devono incontrasi su quel ‘terreno che è la coscienza per battersi insieme per quei valori come la cittadinanza attiva e la responsabilità civile. Linformazione, ha concluso, deve iniziare a svolgere anche un lavoro di formazione.
Per Paola Springhetti, docente universitaria e giornalista freelance, linformazione è un bene comune e come tale non deve rispondere ad una logica di mercato. La coscienza dei giornalisti consiste nel lavoro di selezione delle notizie che sono utili alle persone. Un giornalista, infatti, deve continuamente confrontarsi con il proprio uditorio e con proposte culturali interessanti. A questo proposito, ha concluso Springhetti, indicazioni molto utili, sia per i giornalisti laici che per quelli cattolici, ci vengono date dalla dottrina sociale della Chiesa. Nel corso dellincontro è stato presentato lultimo appuntamento della sessione autunnale del laboratorio Copercom, in programma mercoledì 7 dicembre alle ore 21 su www.copercom.it. Ospite dellultima puntata sarà Vania de Luca, giornalista di Rai news 24 e presidente dellUcsi Lazio.