Non serve stare sulla porta che si apre sul flusso mediatico. Occorre «abitare» la cultura che i mezzi di comunicazione contribuiscono a plasmare. È una delle sfide che attende le parrocchie nel decennio che la Chiesa italiana dedica alleducazione.
«Più che salire in cattedra, cè bisogno di comprendere che i processi educativi hanno come compito quello di aprire alla realtà. E tutto ciò non può prescindere dallapporto dei media», spiega il responsabile dellUfficio comunicazioni sociali della diocesi di Milano, don Davide Milani. In aiuto alle comunità ecco le testate dispirazione cattolica, autentiche «bussole» per muoversi nel mare dellinformazione. Non è un caso che la Chiesa ambrosiana diffonda in modo capillare Avvenire per tutte le domeniche di Avvento. «In oratorio o nei locali della parrocchia - afferma don Milani - il giornale o la televisione non possono essere lasciati come presidi abbandonati. Vanno fatti parlare. O meglio, è indispensabile accompagnare a un loro uso consapevole». Li definisce «strumenti di formazione» lincaricato per le comunicazioni sociali del Vicariato di Roma, don Walter Insero, che sottolinea il «loro ruolo fondamentale». Anche nella Capitale lAvvento sarà accompagnato dal quotidiano dei cattolici. «Il nostro cammino è incentrato sulleducazione alla fede - chiarisce -. E linserto di Avvenire, Roma Sette, racconterà le esperienze che nelle parrocchie vengono proposte sul fronte delliniziazione cristiana. È un modo per fare rete fra gli agenti formativi, ed è la dimostrazione che possono essere offerti contenuti di fede con linguaggi a portata di tutti». Proprio a cavallo fra la fine dellanno liturgico e linizio del nuovo, Avvenire è protagonista in numerose diocesi della Penisola. «La realtà va letta con sapienza - sottolinea don Sandro Vigani, direttore dellUfficio stampa e comunicazioni sociali del Patriarcato di Venezia -. Per questo occorre destreggiarsi nella selva di giornali e canali tv». Come? «Formando a un approccio critico dei media», chiarisce. Perché «la discriminante è la verità», sottolinea don Doriano Vincenzo De Luca, delegato regionale per le comunicazioni sociali della Campania. «Abbiamo necessità di ricercare le buone notizie - aggiunge - che, quando parliamo di informazione, sono quelle ancorate alla realtà dei fatti. Del resto, la verità, lascolto e il dialogo, elementi essenziali per una vera comunicazione, sono tipici di un percorso educativo ispirato al Vangelo». Ne è convinto don Valentino Simoniello, incaricato per le comunicazioni sociali nella diocesi di Sessa Aurunca. «Nelle parrocchie - riferisce - i media non vengono sempre utilizzati come dovrebbero. Invece devono essere considerati non tanto un problema quanto un sostegno per affrontare la sfida educativa. Gli Orientamenti pastorali per il decennio invitano a un confronto aperto con i mezzi di comunicazione». Una proposta? «Ripartire dalle sale della comunità che magari diventino laboratori multimediali - afferma -. Del resto la nuova evangelizzazione passa anche da qui». Lo sa bene la diocesi di Acerra che, spiega il vice direttore dellUfficio comunicazioni sociali, Antonio Pintauro, ha messo al centro le giovani coppie che guardano al matrimonio e che «ha scelto Avvenire, in particolare col suo mensile Noi genitori & figli, come lente per leggere gli eventi evitando il pensiero unico dominante».