Le molteplici possibilità di ottenere notizie in tempo reale non bastano a garantire la bontà dellinformazione. Questa coinvolge sempre la responsabilità e letica dei giornalisti. Se ne è parlato la scorsa settimana a Verona nellambito del Festival della dottrina sociale della Chiesa nel corso di un seminario dedicato al tema «Informare: tra responsabilità ed etica». Il presidente nazionale dellOrdine dei giornalisti, Enzo Jacopino, ha evidenziato con esempi tratti dalla cronaca recente, alcuni motivi di preoccupazione, determinati dal comportamento di operatori dellinformazione che nel loro lavoro hanno dimenticato di avere a che fare con delle persone. «Lidea che i giornalisti debbano formare - ha poi aggiunto - è pericolosissima. Noi siamo chiamati a dare ai cittadini le informazioni perché a partire da esse ciascuno si formi delle opinioni». «La gente è indotta a scegliere quello che noi gli propaliamo - ha affermato Marco Tarquinio, direttore di Avvenire -. Da questo punto di vista abbiamo una responsabilità micidiale». Tarquinio ha poi messo in luce la pesante deriva di «un mondo virtuale quale è quello che abita giornali e televisioni che tende a mangiarsi la vita reale della gente», che ben difficilmente fa notizia. Da qui la necessità di ritornare ad un giornalismo «aderente ai fatti, alle cose, sfrondato per quanto è possibile dalle chiacchiere, per trovare la sostanza, che è quanto interessa alla gente». Tuttaltro quindi rispetto al gossip che «è tracimato ed è grondato dentro allaltra informazione». Una differenza sostanziale è data poi dallispirazione cattolica, per cui «chi fa questo mestiere rifacendosi ad unidea profonda e alta della persona umana, ha un altro passo». Sulla necessità di coniugare verità e carità, ovvero la trasparenza dellinformazione e il rispetto della dignità della persona si è soffermato Giuseppe Fortunato, presidente di Civicrazia e membro dellautorità garante per la protezione dei dati personali. Dal canto suo Ignazio Ingrao, del settimanale Panorama, si è definito non un giornalista cattolico ma «un cattolico che fa il giornalista», evidenziando come gli aggettivi appioppati agli operatori dellinformazione rendano i giornali faziosi e quindi prevedibili e poco appetibili al mercato. Una riflessione sulla peculiare responsabilità del giornalismo finanziario che, più o meno indirettamente, ha orientato il risparmio in questi anni, è stata condotta da Francesco Guidara, caporedattore centrale di Class Cnbc Tv, il quale ne ha richiamato la dimensione di «giornalismo di servizio» al pari di chi informa sulle condizioni meteo e sulla viabilità stradale.