Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
III. CALENDARIO DA USARE E FACOLTÀ DI SCEGLIERE QUALCHE UFFICIO O QUALCHE SUA PARTE (nn. 241 - 252)


a) Calendario da usare.
 
241.   L’Ufficio in coro e in comune si deve celebrare secondo il calendario proprio, cioè della diocesi, o della famiglia religiosa, o delle singole chiese.3 I membri delle famiglie religiose si uniscono con la comunità della chiesa locale nel celebrare la Dedicazione della chiesa cattedrale e i Patroni principali della circoscrizione minore e maggiore ove risiedono.4
 
242.   Ogni chierico o religioso, obbligato per qualsiasi titolo all’Ufficio divino e che partecipa all’Ufficio celebrato in comune secondo un calendario o un rito diverso dal suo, soddisfa in questo modo al suo obbligo per quanto riguarda quella parte dell’Ufficio.
 
243.   Nella celebrazione individuale si può seguire o il calendario del luogo o il calendario proprio, eccetto nelle solennità e nelle feste proprie.5
 
b) Facoltà di scegliere qualche Ufficio.
 
244.   Nelle ferie che ammettono la celebrazione di una memoria facoltativa, per giusta causa si può celebrare con il medesimo rito (cfr. nn. 234-235) l’Ufficio di qualche santo iscritto in quel giorno nel Martirologio Romano o nella sua Appendice debitamente approvata.
 
245.   Eccetto che nelle solennità, nelle domeniche di Avvento, Quaresima e Pasqua, nel Mercoledì delle Ceneri, nella Settimana santa, durante l’ottava di Pasqua e nel 2 novembre, per causa pubblica o per devozione si può celebrare, in tutto o in parte, un Ufficio votivo: ciò può avvenire, per esempio, a motivo di un pellegrinaggio, di una festa locale, della solennità esterna di qualche santo.
 
c) Facoltà di scegliere alcuni formulari.
 
246.   In alcuni casi particolari, si possono scegliere nell’Ufficio formulari diversi da quelli occorrenti, purché resti integro l’ordinamento generale di ciascuna Ora e si osservino le regole che seguono.
 
247.   Nell’Ufficio delle domeniche, delle solennità, delle feste del Signore iscritte nel calendario generale, delle ferie di Quaresima e della Settimana santa, dei giorni fra l’ottava di Pasqua e di Natale, come pure delle ferie dal 17 al 24 dicembre incluso, non si possono mai cambiare quei formulari che sono propri o appropriati a questa celebrazione; tali sono le antifone, gli inni, le letture, i responsori, le orazioni e, molto spesso, anche i salmi. Ai salmi domenicali della settimana corrente, si possono sostituire, se lo si ritiene opportuno, i salmi domenicali di un’altra settimana, anzi, se si tratta di Ufficio con il popolo, anche altri, scelti allo scopo di guidare gradualmente il popolo alla comprensione dei salmi.
 
248.   Nell’Ufficio delle letture dev’essere sempre tenuta in onore la lettura corrente della Sacra Scrittura. Vale anche per l’Ufficio il desiderio della Chiesa «che in un determinato numero di anni, si legga al popolo la parte più importante delle Sacre Scritture».6 Tenuti presenti questi principi, nei Tempi di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua non venga omesso il ciclo delle letture della Scrittura, che viene proposto per l’Ufficio delle letture. Durante il Tempo ordinario, invece, si possono scegliere in qualche giorno o per alcuni giorni continui, per giusta causa, le letture fra quelle che sono assegnate ad altri giorni o anche fra altre letture bibliche, per esempio, quando si fanno gli esercizi spirituali o convegni pastorali o preghiere per l’unità della Chiesa, o altre circostanze simili.
 
249.   Se talvolta la lettura continua viene interrotta per qualche solennità, o festa, o per una celebrazione particolare, si potrà, nella medesima settimana e tenendo presente l’ordinamento di tutta la settimana, o unire le parti che sono state omesse, con altre, oppure stabilire quali brani siano da preferire ad altri.
 
250.   Nel medesimo Ufficio delle letture, alla seconda lettura assegnata ad un determinato giorno, si può sostituire, per un giusto motivo, un altro brano del medesimo tempo, desunto dal Libro della Liturgia delle Ore, o dal lezionario facoltativo (n. 161).
         Inoltre nei giorni feriali del Tempo ordinario, e se si ritiene opportuno, anche nel Tempo di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua, si può fare una lettura quasi continua di un’opera di qualche Padre, che risponda allo spirito biblico e liturgico.
 
251.   Le letture brevi, come pure le orazioni, i canti e le preci che sono proposti per le ferie di un tempo particolare, si possono dire in altre ferie del medesimo tempo.
 
252.   Sebbene a ognuno debba stare a cuore l’osservanza di tutto il ciclo del salterio distribuito per quattro settimane,7 tuttavia, per motivi di opportunità sia spirituale che pastorale, invece dei salmi assegnati a un dato giorno, si possono dire i salmi della stessa Ora assegnati a un altro giorno. Vi sono anche alcune circostanze occasionali, nelle quali è lecito scegliere i salmi adatti e altre parti in forma di Ufficio votivo.
 
3    Cfr. Norme generali sull’anno liturgico e sul calendario, n. 52.
4    Cfr. Ibid., n. 52 c.
5    Cfr. Tabella dei giorni liturgici, nn. 4 e 8: sotto, pagg. 106-107.
6    Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 51.
7    Cfr. sopra nn. 100-109.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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