Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
II. LA CELEBRAZIONE DEI SANTI (nn. 218 - 240)


218.   Le celebrazioni dei santi sono disposte in modo che non prevalgano sui giorni festivi e sui tempi sacri che commemorano i misteri della salvezza,2 né impediscano spesso il ciclo della salmodia e della lettura della parola di Dio, o causino ripetizioni indebite. Salvo tale criterio, il culto dei santi viene promosso nella maniera più consona alla sua importanza.
          Su questi principi si basano sia la riforma del Calendario fatta per disposizione del Concilio Vaticano II, sia l’insieme delle norme che regolano la celebrazione dei santi nella Liturgia delle Ore, descritte nei numeri seguenti.
 
219.   Le celebrazioni dei santi sono o solennità, o feste, o memorie.
 
220.   Le memorie sono alcune obbligatorie altre facoltative.
         Per stabilire se convenga o no celebrare una memoria facoltativa nell’Ufficio con il popolo o in comune, si tenga conto del bene comune o di una vera devozione dell’assemblea stessa e non del solo presidente.
 
221.   Se nel medesimo giorno occorrono diverse memorie facoltative, se ne può celebrare una sola, omettendo le altre.
 
222.   Le solennità, ed esse soltanto, si trasferiscono, a norma delle rubriche.
 
223    Le norme che seguono valgono tanto per i santi iscritti nel Calendario Romano generale, quanto per quelli iscritti nei calendari particolari.
 
224.   I rispettivi Comuni dei santi suppliscono le parti proprie, che eventualmente mancassero.
 
1. Modo di ordinare l’Ufficio nelle solennità.
 
225.   Le solennità hanno i primi Vespri nel giorno precedente.
 
226.   Nei Vespri, sia primi che secondi, l’inno, le antifone, la lettura breve con il suo responsorio, l’orazione conclusiva, sono propri; in mancanza di parti proprie si ricorre al Comune.
          Nei primi Vespri i due salmi si prendono di norma dalla serie Laudate (cioè dai salmi: 112, 116 134, 145, 146, 147) secondo l’antica tradizione; il cantico del Nuovo Testamento è indicato a suo luogo.
          Nei secondi Vespri, i salmi e il cantico sono propri. Le preci sono proprie o del Comune.
 
227.   Nelle Lodi mattutine, l’inno, le antifone, la lettura breve con il suo responsorio, l’orazione conclusiva sono propri; in mancanza di parti proprie, si ricorre al Comune. I salmi invece si devono prendere dalla domenica prima nel salterio. Le preci sono proprie o del Comune.
 
228.   Nell’Ufficio delle letture tutte le parti sono proprie: l’inno, le antifone con i salmi, le letture con i responsori. La prima lettura è biblica, la seconda agiografica. Se si tratta di un santo che ha solo un culto locale e non ha parti speciali neppure nel Proprio del luogo, si prende tutto dal Comune.
          Al termine dell’Ufficio delle letture si dice l’inno Te Deum e l’orazione propria.
 
229.   All’Ora media, cioè Terza, Sesta e Nona, salvo indicazioni diverse, si dice l’inno quotidiano; i salmi sono scelti fra quelli graduali, con l’antifona propria; in domenica però i salmi si prendono dalla domenica prima nel salterio; la lettura breve e l’orazione conclusiva sono proprie. Tuttavia in alcune solennità del Signore si propongono salmi speciali.
 
230.   A Compieta, tutto è della domenica, rispettivamente dopo i primi e dopo i secondi Vespri.
 
2. Modo di ordinare l’Ufficio nelle feste.
 
231.   Le feste non hanno i primi Vespri, a meno che non si tratti di feste del Signore che cadono in domenica. All’Ufficio delle letture, alle Lodi mattutine, e ai Vespri, si fa tutto come nelle solennità.
 
232.   All’Ora media, cioè Terza, Sesta e Nona, si dice l’inno quotidiano; i salmi con le loro antifone si dicono dalla feria, a meno che una ragione particolare o la tradizione non richieda che all’Ora media si dica l’antifona propria, ciò che verrà indicato a suo luogo. La lettura breve e l’orazione conclusiva sono proprie.
 
233.   La Compieta si dice come nei giorni ordinari.
 
3. Modo di ordinare l’Ufficio nelle memorie dei santi.
 
234.   Tra la memoria obbligatoria e la memoria facoltativa, se questa effettivamente si celebra, non c’è alcuna differenza nel modo di ordinare l’Ufficio, a meno che non si tratti di memorie facoltative che cadono eventualmente nei tempi privilegiati.
 
          A. Memorie occorrenti nei giorni ordinari.
 
235.   Nell’Ufficio delle letture, alle Lodi mattutine e ai Vespri:
          a) i salmi con le loro antifone si prendono dalla feria corrente, a meno che non vi siano antifone proprie o salmi propri che, nel caso, vengono indicati nei singoli luoghi;
          b) l’antifona dell’Invitatorio, l’inno, la lettura breve, le antifone al Benedictus e al Magnificat e le preci, se sono proprie, si devono dire del santo, altrimenti si prendono o dal Comune o dalla feria corrente;
          c) l’orazione conclusiva si deve dire del santo;
          d) nell’Ufficio delle letture, la lettura biblica con il suo responsorio è della Scrittura corrente; la seconda lettura è agiografica con il suo responsorio proprio o del Comune; se però la lettura non fosse propria, si prende dai testi dei Padri del giorno corrente.
          Non si dice il Te Deum.
 
236.   Nell’Ora media, cioè Terza, Sesta e Nona e a Compieta, non si fa nulla del santo, ma tutto è della feria.
 
          B. Memorie occorrenti nei tempi speciali.
 
237.   Nelle domeniche, nelle solennità e nelle feste, come pure nel Mercoledì delle Ceneri, nella Settimana santa e durante l’ottava di Pasqua, non si fa nulla delle memorie eventualmente occorrenti.
 
238.   Nelle ferie dal 17 al 24 dicembre, come pure durante l’ottava di Natale e nelle ferie di Quaresima, non si celebra alcuna memoria obbligatoria, neppure nei calendari particolari.
          Quelle, invece, che occasionalmente occorrono durante il tempo di Quaresima, in quell’anno si considerano come memorie facoltative.
 
239.   Nei medesimi tempi, se qualcuno vorrà celebrare un santo che in quel giorno è iscritto come memoria:
          a) nell’Ufficio delle letture, dopo la lettura dei Padri dal Proprio del Tempo con il suo responsorio aggiunga la lettura agiografica propria con il suo responsorio e concluda con l’orazione del santo;
          b) inoltre alle Lodi mattutine e ai Vespri, dopo l’orazione conclusiva, omessa la conclusione, può aggiungere l’antifona (propria o dal Comune) e l’orazione del santo.
 
          C. Memoria di Santa Maria in sabato.
 
240.   Nei sabati del Tempo ordinario, nei quali sono permesse le memorie facoltative, si può celebrare, con il medesimo rito, la memoria facoltativa di Santa Maria con la sua lettura propria.
 
2    Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 111


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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