Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
I. LA CELEBRAZIONE DEI MISTERI DEL SIGNORE (nn. 204 - 217)


a) La domenica.
 
204.   L’Ufficio della domenica comincia dai primi Vespri, nei quali tutte le parti si prendono dal salterio, eccetto quelle assegnate come proprie.
 
205.   Quando una festa del Signore si celebra in domenica, ha i primi Vespri propri.
 
206.   Circa il modo di fare, secondo l’opportunità, le celebrazioni vigiliari delle domeniche, si è detto al n. 73.
 
207.   È quanto mai opportuno che, dove è possibile, si celebrino con il popolo almeno i Vespri, secondo un’antichissima consuetudine.1
 
b) Il Triduo pasquale.
 
208.   Nel Triduo pasquale, l’Ufficio si celebra come è descritto nel Proprio del Tempo.
 
209.   Coloro però che partecipano alla Messa vespertina «della Cena del Signore» o alla celebrazione della Passione del Signore al Venerdì santo, non dicono i Vespri del rispettivo giorno.
 
210.   Al venerdì «in Passione Domini» e al Sabato santo, prima delle Lodi mattutine si faccia, per quanto è possibile, la celebrazione in modo pubblico e con il popolo, dell’Ufficio delle letture.
 
211.   La Compieta del Sabato santo si dice solo da coloro che non intervengono alla Veglia pasquale.
 
212.   La Veglia pasquale tiene il posto dell’Ufficio delle letture; coloro che non intervengono alla solenne Veglia pasquale, recitino di essa almeno quattro letture con i canti e le orazioni. È bene scegliere le letture dell’Esodo, di Ezechiele, dell’Apostolo e del Vangelo.
          Seguono l’inno Te Deum e l’orazione del giorno.
 
213.   Le Lodi della domenica di Risurrezione si dicono da tutti. Conviene che i Vespri siano celebrati nel modo più solenne, per festeggiare il tramonto di un giorno così sacro e per commemorare le apparizioni nelle quali il Signore si mostrò ai suoi discepoli.
          Là dove è ancora in vigore, si conservi con la massima diligenza la tradizione particolare di celebrare, nel giorno di Pasqua, i Vespri battesimali durante i quali, mentre si cantano i salmi, si fa la processione al fonte.
 
c) Il Tempo pasquale.
 
214.   La Liturgia delle Ore riceve il carattere pasquale dall’acclamazione «Alleluia» con la quale si conclude la maggior parte delle antifone (cfr. n. 120); inoltre dagli inni, dalle antifone, dalle preci speciali, e infine dalle letture proprie assegnate a ciascuna Ora.
 
d) Il Natale del Signore.
 
215.   Nella notte del Natale del Signore conviene che prima della Messa si celebri la Veglia solenne con l’Ufficio delle letture. La Compieta non si dice da coloro che intervengono a questa Veglia.
 
216.   Le Lodi nel giorno del Natale si dicono regolarmente prima della Messa dell’aurora.
 
e) Le altre solennità e feste del Signore.
 
217.   Per ordinare l’Ufficio nelle solennità e nelle feste del Signore, si osservi, con le debite varianti, quanto si dice sotto, ai nn. 225-233.
 
1    Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 100.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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