Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
XI. LE PRECI, LA PREGHIERA DEL SIGNORE, L‘ORAZIONE CONCLUSIVA (nn. 179 - 200)


a) Invocazioni e intercessioni alle Lodi e ai Vespri.
 
179.   La Liturgia delle Ore celebra senza dubbio le lodi di Dio. Tuttavia la tradizione sia giudaica che cristiana non separa dalla lode divina la preghiera di domanda; anzi non di rado fa in qualche modo scaturire questa da quella.
          L’apostolo Paolo raccomanda «che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm 2, 1-4). Questa raccomandazione non di rado è stata interpretata dai Padri nel senso che si dovessero fare mattina e sera delle preghiere di intercessione.14
 
180.   Le intercessioni che sono state nuovamente introdotte nella Messa di rito romano, si fanno anche ai Vespri, però in un modo diverso, come è descritto appresso.
 
181.   Poiché inoltre è tradizione della preghiera che alla mattina si consacri a Dio tutto il giorno, alle Lodi mattutine si fanno invocazioni per affidare o consacrare a Dio la giornata.
 
182.   Con il nome di «preci» si indicano tanto le intercessioni che si fanno ai Vespri, quanto le invocazioni che si fanno alle Lodi mattutine per dedicare a Dio la giornata.
 
183.   Per motivo di varietà, ma soprattutto per meglio esprimere le molteplici necessità della Chiesa e degli uomini, secondo i diversi stati, categorie, persone, condizioni e tempi, si propongono formule diverse di preci per i singoli giorni del ciclo del salterio del Tempo ordinario, così pure per i tempi speciali dell’anno liturgico, e per alcune celebrazioni festive.
 
184.   Le Conferenze Episcopali hanno il diritto sia di adattare le formule proposte nel Libro della Liturgia Horarum, sia di approvarne di nuove,15 attenendosi però alle norme che seguono.
 
185.   Come nella preghiera del Signore, le domande non devono essere disgiunte dalla lode di Dio e cioè dal riconoscimento della sua gloria, o dal ricordo della storia della salvezza.
 
186.   Nelle intercessioni dei Vespri, l’ultima intenzione è sempre per i defunti.
 
187.   Poiché la Liturgia delle Ore è principalmente preghiera di tutta la Chiesa per tutta la Chiesa, anzi per la salvezza di tutto il mondo,16 è necessario che nelle preci le intenzioni universali abbiano senz’altro il primo posto: si preghi cioè per la Chiesa con la sua gerarchia, per le autorità civili, per coloro che sono afflitti da povertà, malattia, dolore, per le necessità del mondo intero, cioè per la pace e per altre circostanze simili.
 
188.   È lecito tuttavia, sia alle Lodi mattutine, che ai Vespri, aggiungere alcune intenzioni particolari.
 
189.   Le preci dell’Ufficio sono strutturate in modo che si possono adattare sia alla celebrazione con il popolo, sia alla celebrazione in una piccola comunità, sia alla recita individuale.
 
190.   Nella recita con il popolo o in comune, le preci sono introdotte da un breve invito da farsi dal sacerdote o dal ministro per suggerire la risposta invariabile dell’assemblea.
 
191.   Le intenzioni poi si enunciano rivolgendosi direttamente a Dio, in modo che possano servire sia per la celebrazione in comune che per la recita individuale.
 
192.   Ogni formula di intenzione consta di due parti, la seconda delle quali può essere usata come risposta variabile.
 
193.   Si possono quindi seguire modi diversi. Il sacerdote o il ministro dice l’una e l’altra parte e l’assemblea risponde con il ritornello o fa una pausa di silenzio; oppure il sacerdote o il ministro dice solo la prima parte e l’assemblea la seconda.
 
b) La preghiera del Signore.
 
194.   Alle Lodi mattutine e ai Vespri, che sono le Ore maggiormente indicate per la celebrazione con il popolo, il «Padre nostro», per la sua dignità e secondo una venerabile tradizione, viene recitato dopo le preci.
 
195.   La preghiera del Signore, quindi, d’ora in poi si dirà solennemente tre volte al giorno, cioè alla Messa, alle Lodi mattutine e ai Vespri.
 
196.   Il «Padre nostro» si dice da tutti, premettendo, se si crede opportuno, una breve monizione.
 
c) Orazione conclusiva.
 
197.   Alla fine di tutta l’Ora si dice l’orazione conclusiva che, nella celebrazione pubblica e con il popolo, a norma della tradizione, spetta al sacerdote o al diacono.17
 
198.   Questa orazione, nell’Ufficio delle letture è, di regola, quella propria del giorno. A Compieta è sempre indicata nel salterio.
 
199.   Alle Lodi mattutine e ai Vespri, l’orazione si prende dal Proprio nelle domeniche, nelle ferie del Tempo di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua, come pure nelle solennità, feste e memorie. Nelle ferie del Tempo ordinario si dice invece l’orazione indicata nel ciclo del salterio, per esprimere il carattere proprio di queste Ore.
 
200.   A Terza, Sesta e Nona, cioè all’Ora media, l’orazione si prende dal Proprio nelle domeniche e nelle ferie del Tempo di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua, come pure nelle solennità e nelle feste. Negli altri giorni si dicono quelle orazioni che esprimono il carattere di ciascuna Ora e si trovano nel salterio.
 
14 Così per es. San Giovanni Crisostomo, Omelia 6 sulla prima lettera a Timoteo; PG 62, 530.
15 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 38.
16 Ibid., nn. 83 e 89.
17 Cfr. sotto, n. 256.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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