Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
V. I CANTICI DELL‘ANTICO E DEL NUOVO TESTAMENTO (nn. 136 - 139)


136.   Alle Lodi tra il primo e il secondo salmo si inserisce, come consuetudine, un cantico dell’Antico Testamento. Oltre la serie già adottata dall’antica tradizione romana e l’altra introdotta nel Breviario da san Pio X, nel salterio sono stati ammessi parecchi altri cantici tratti dai diversi libri dell’Antico Testamento, in modo che ciascun giorno feriale delle quattro settimane abbia il suo proprio cantico; nelle domeniche si alternano le due parti del cantico dei «Tre fanciulli».
 
137.   Ai Vespri, dopo i due salmi, si inserisce un cantico del Nuovo Testamento, tratto dalle Lettere o dall’Apocalisse. Sono indicati sette cantici, per i singoli giorni di ciascuna settimana. Nelle domeniche di Quaresima, in luogo del cantico alleluiatico dell’Apocalisse, si dice il cantico dalla prima lettera di Pietro. Inoltre nella solennità dell’Epifania e nella festa della Trasfigurazione del Signore, si dice il cantico indicato a suo luogo, tratto dalla prima lettera a Timoteo.
 
138.   I cantici evangelici Benedictus, Magnificat, Nunc dimittis abbiano il medesimo onore, la medesima solennità e dignità di cui si è soliti circondare il Vangelo, quando si ascolta.
 
139.   Sia la salmodia che le letture sono disposte secondo la norma costante della tradizione, in modo che prima si legga l’Antico Testamento, poi l’Apostolo e per ultimo il Vangelo.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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