Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
V. TERZA, SESTA E NONA O ORA MEDIA (nn. 74 - 83)


74.     Secondo una tradizione antichissima i cristiani erano soliti pregare per devozione privata in diversi momenti nel corso della giornata, anche durante il lavoro, per imitare la chiesa apostolica. Questa tradizione si è espressa in modi diversi e, con l’andare del tempo, si è concretata in celebrazioni liturgiche.
 
75.     L’uso liturgico, tanto dell’Oriente che dell’Occidente, ha conservato Terza, Sesta e Nona, specialmente perché a queste Ore si collegava il ricordo degli eventi della Passione del Signore e della prima propagazione del Vangelo.
 
76.     Il Concilio Vaticano II ha stabilito di mantenere per il coro le Ore minori di Terza, Sesta e Nona.15
L’uso liturgico di dire tutte e tre queste Ore sia mantenuto, salvo il diritto particolare, da coloro che fanno vita contemplativa; lo si consiglia anche a tutti, specialmente a coloro che partecipano a un ritiro spirituale o a un convegno pastorale.
 
77.     Fuori del coro, salvo il diritto particolare, si può scegliere una delle tre Ore che più si adatta al momento della giornata, in modo che sia conservata la tradizione di pregare nel corso della giornata nel mezzo del lavoro.
 
78.     L’ordinamento di Terza, Sesta e Nona è perciò strutturato in modo da tener conto sia di coloro che dicono soltanto un’Ora, cioè l’«Ora media», sia di coloro che devono o desiderano dire tutte e tre le Ore.
 
79.     Terza, Sesta e Nona o l’Ora media iniziano con il versetto d’introduzione «O Dio, vieni a salvarmi», il «Gloria al Padre», «Come era nel principio» e l’«Alleluia» (che si omette nel tempo di Quaresima). Quindi si dice l’inno adatto all’Ora. Segue la salmodia, quindi la lettura breve, seguita dal versetto. L’Ora si conclude con l’orazione e, almeno nella recita in comune, con l’acclamazione «Benediciamo il Signore». R. «Rendiamo grazie a Dio».
 
80.     Gli inni e le orazioni variano secondo le Ore, così da rispondere, come vuole anche la tradizione, al tempo vero e così santificare in modo più confacente le ore del giorno. Pertanto chi dice soltanto un’Ora deve scegliere quegli elementi che corrispondono all’Ora stessa.
          Inoltre le letture brevi e le orazioni variano secondo la qualità del giorno, del tempo o della celebrazione.
 
81.     Viene proposta una duplice salmodia: una ordinaria, l’altra complementare. Chi dice un’Ora soltanto usi la salmodia ordinaria. Chi invece dice più Ore, in una prenda la salmodia ordinaria, nelle altre quella complementare.
 
82.     La salmodia ordinaria consta di tre salmi (o parti, se si tratta di salmi più lunghi) desunti dal testo del salterio: questi si dicono con le loro antifone, salvo che a suo luogo sia detto altrimenti.
          Nelle solennità, nel Triduo pasquale e nei giorni fra l’ottava di Pasqua, si dicono le antifone proprie con tre salmi scelti dalla salmodia complementare, a meno che non si debbano usare salmi particolari, o la celebrazione della solennità ricorra in domenica: in questo caso si prendono i salmi della domenica della prima settimana.
 
83.     La salmodia complementare consta di gruppi di tre salmi scelti ordinariamente tra quelli che son chiamati «graduali».
 
15 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 89 e.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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