Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
IV. CELEBRAZIONI VIGILIARI (nn. 70 - 73)


70.     La Veglia pasquale viene celebrata da tutta la Chiesa nel modo descritto nei rispettivi libri liturgici. «La Veglia di questa notte ha un’importanza così grande - dice sant’Agostino - che da sola potrebbe appropriarsi come nome proprio, il nome comune anche alle altre veglie».13 «Celebriamo, vegliando, quella notte, in cui il Signore è risorto e nella sua carne ha inaugurato per noi quella vita... nella quale non vi sarà più né morte alcuna, né sonno...; per questo colui al quale, risorto, cantiamo vegliando un po’ più a lungo, ci concederà di regnare con lui, nella vita senza fine».14
 
71.     Sul modello della Veglia pasquale, si introdusse nelle diverse chiese la consuetudine di iniziare con una veglia altre solennità: tra queste primeggiano il Natale del Signore e la Pentecoste. È un uso che merita di essere conservato e promosso secondo la tradizione propria di ciascuna chiesa. Se in qualche luogo si ritenesse conveniente dotare di veglia altre solennità o pellegrinaggi, si osservino le norme generali proposte per le celebrazioni della parola di Dio.
 
72.     I Padri e gli autori spirituali spessissimo hanno esortato i fedeli, specialmente coloro che fanno vita contemplativa, alla preghiera notturna, con la quale si esprime e si incita all’attesa del Signore che ritornerà: «A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!» (Mt 25, 6); «Vigilate, dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera, o a mezzanotte, o al canto del gallo, o al mattino, perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati» (Mc 13, 35-36). Sono dunque degni di lode tutti coloro che conservano all’Ufficio delle letture il suo carattere notturno.
 
73.     Poiché inoltre nel rito romano, specialmente per riguardo a coloro che attendono al lavoro apostolico, l’Ufficio delle letture è sempre piuttosto breve, coloro che desiderano protrarlo, secondo la tradizione, con la celebrazione vigiliare della domenica, delle solennità e delle feste, si regolino nel modo seguente:
          Si celebri anzitutto l’Ufficio delle letture come è nel libro della Liturgia delle Ore fino alle letture incluse. Dopo le due letture e prima del Te Deum si aggiungano i cantici che sono indicati a questo scopo nell’Appendice del libro stesso; quindi si legga il Vangelo, seguito eventualmente dall’omelia; poi si canta il Te Deum e si dice l’orazione.
          Il Vangelo, nelle solennità e nelle feste si prenda dal lezionario della Messa; nelle domeniche, invece, dalla serie di pericopi pasquali, riportate nell’Appendice del Libro della Liturgia delle Ore.
 
13 Sermo Guelferbytanus 5; PLS 2, 550.
14 Ibid.; PLS 2, 552.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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