Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
II. LODI MATTUTINE E VESPRI (nn. 37 - 54)


37.     «Le Lodi, come preghiera del mattino, e i Vespri, come preghiera della sera, che, secondo la venerabile tradizione di tutta la Chiesa, sono il duplice cardine dell’Ufficio quotidiano, devono essere ritenute le Ore principali e come tali celebrate».2
 
38.     Le Lodi mattutine sono destinate e ordinate a santificare il tempo mattutino come appare da molti dei loro elementi. Tale caratteristica mattutina è espressa assai bene da queste parole di san Basilio Magno: «Il Mattutino è fatto per consacrare a Dio i primi moti della nostra mente e del nostro spirito in modo da non intraprendere nulla prima di esserci rinfrancati col pensiero di Dio, come sta scritto: «Mi sono ricordato di Dio e ne ho avuto letizia» (Sal 76, 4); né il corpo si applichi al lavoro prima di aver fatto ciò che è stato detto: «Ti prego, Signore. Al mattino ascolta la mia voce; fin dal mattino t’invoco e sto in attesa» (Sal 5, 4-5).3
          Quest’ora inoltre, che si celebra allo spuntar della nuova luce del giorno, ricorda la risurrezione del Signore Gesù, «luce vera che illumina ogni uomo» (Gv 1, 9) e «sole di giustizia» (Ml 4, 2) «che sorge dall’alto» (Lc 1, 78). Perciò ben si comprende la raccomandazione di san Cipriano: «Bisogna pregare al mattino, per celebrare con la preghiera mattutina la risurrezione del Signore».4
 
39.     I Vespri si celebrano quando si fa sera e il giorno ormai declina, «per rendere grazie di ciò che nel medesimo giorno ci è stato donato o con rettitudine abbiamo compiuto».5 Con l’orazione che innalziamo, «come incenso davanti al Signore», e nella quale «l’elevarsi delle nostre mani» diventa «sacrificio della sera»6, ricordiamo anche la nostra redenzione.
          E questo «si può anche intendere, con un significato più spirituale, dell’autentico sacrificio vespertino: sia di quello che il Signore e Salvatore affidò, nell’ora serale, agli apostoli durante la Cena, quando inaugurò i santi misteri della Chiesa, sia di quello stesso del giorno dopo, quando, con l’elevazione delle sue mani in croce, offrì al Padre per la salvezza del mondo intero se stesso, quale sacrificio della sera, cioè come sacrificio della fine dei secoli».7
          Per orientare, infine, la nostra speranza alla luce che non conosce tramonto, «noi preghiamo e chiediamo che di nuovo venga su di noi la luce, e invochiamo la venuta di Cristo che ci porterà la grazia della luce eterna».8
          Finalmente in questa Ora, in armonia con le chiese orientali, cantiamo: «O luce gioiosa della santa gloria dell’eterno Padre celeste, Gesù Cristo; giunti al tramonto del sole, vedendo il lume della sera, celebriamo il Padre, e il Figlio e lo Spirito Santo Dio...».
 
40.     Si devono quindi tenere in grandissima considerazione le Lodi mattutine e i Vespri come preghiera della comunità cristiana: la loro celebrazione pubblica e comune sia incoraggiata specialmente presso coloro che fanno vita in comune. Anzi, la loro recita sia raccomandata anche ai singoli fedeli che non possono partecipare alla celebrazione comune.
 
41.     Le Lodi mattutine e i Vespri incominciano col versetto d’introduzione: «O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto», al quale segue il «Gloria al Padre» con il «Come era nel principio» e l’«Alleluia» (che si omette durante il tempo di Quaresima). Tutte queste formule, però, alle Lodi si omettono quando immediatamente prima si è eseguito l’Invitatorio.
 
42.     Quindi si dice subito l’inno adatto. L’inno è disposto in modo da conferire quasi a ciascuna Ora o festa il proprio carattere e permettere, specialmente nella celebrazione con il popolo, un inizio più facile e più festoso.
 
43.     Dopo l’inno segue la salmodia, a norma dei nn. 121-125.
La salmodia delle Lodi consta di un salmo mattutino, di un cantico desunto dall’Antico Testamento e di un altro salmo laudativo secondo la tradizione della Chiesa.
          La salmodia dei Vespri consta di due salmi, o di due parti di un salmo più lungo, adatti a questa Ora e alla celebrazione con il popolo, e di un cantico desunto dalle lettere degli apostoli o dall’Apocalisse.
 
44.     Terminata la salmodia, si ha la lettura o breve o lunga.
 
45.     La lettura breve è scelta secondo la qualità del giorno o del tempo o della celebrazione; si deve leggere e ascoltare come vera proclamazione della parola di Dio. Essa ha lo scopo di proporre con forza e incisività qualche sentenza sacra e di fare approfondire l’insegnamento di certi brani più brevi ai quali, nella lettura continua della Scrittura, si presta forse meno attenzione.
          Le lezioni brevi variano secondo i giorni del ciclo salmodico.
 
46.     A scelta, e specialmente nella celebrazione con il popolo, si può fare una lettura biblica più lunga, o dall’Ufficio delle letture, o dal lezionario della Messa, e specialmente dai testi che, per un motivo o un altro, non si fossero potuti proclamare. Nulla inoltre vieta che talvolta si scelga anche un’altra lettura più adatta, a norma dei nn. 248-249, 251.
 
47.     Nella celebrazione con il popolo, se si ritiene opportuno, si può aggiungere una breve omelia per illustrare la predetta lettura.
 
48.     Dopo la lettura o l’omelia, secondo l’opportunità, si può fare una pausa di silenzio.
 
49.     Per rispondere alla parola di Dio, viene proposto un canto responsoriale o responsorio breve, che eventualmente si può anche omettere. Al suo posto si possono eseguire altri canti che abbiano il medesimo carattere e svolgano la medesima funzione, purché siano debitamente approvati a tale scopo dalla Conferenza Episcopale.
 
50.     Quindi si esegue solennemente il cantico evangelico con la sua antifona, e cioè alle Lodi mattutine il cantico di Zaccaria, Benedictus, ai Vespri il cantico della beata Vergine Maria, Magnificat.
          Questi cantici, convalidati dalla tradizione secolare e popolare della Chiesa Romana, esprimono la lode e il rendimento di grazie per la redenzione.
          L’antifona al Benedictus e al Magnificat è proposta secondo la qualità del giorno, del tempo o della celebrazione.
 
51.     Terminato il cantico, alle Lodi mattutine si dicono le invocazioni per consacrare al Signore il giorno e il lavoro, ai Vespri invece le intercessioni (cfr. nn. 179-193).
 
52.     Dopo le predette invocazioni o intercessioni si dice da tutti il «Padre nostro».
 
53.     Recitato il «Padre nostro» si dice immediatamente l’orazione conclusiva che, per le ferie ordinarie, si trova nel salterio, per gli altri giorni nel Proprio.
 
54.     Quindi, se presiede un sacerdote o un diacono, questi congeda il popolo con il saluto: «Il Signore sia con voi» e la benedizione, come nella Messa, seguita dall’invito: «Andate in pace», R. «Rendiamo grazie a Dio».
          Altrimenti la celebrazione si conclude con «Il Signore ci benedica, ecc.».
 
2    Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 89 a; cfr. Ibid., n. 100.
3    San Basilio M., Regole in forma estesa, Risp. 37, 3; PG 31, 1014.
4    San Cipriano, Il Padre nostro, 35; PL 4, 561.
5    San Basilio M., op. cit.; PG 31, 1015.
6    Cfr. Sal 140, 2.
7    Cassiano, Istituzioni cenobitiche, lib. 3, c. 3: SC 109, p. 101.
8    San Cipriano, Il Padre nostro, 35; PL 4, 560.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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