Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
IV. COLORO CHE CELEBRANO LA LITURGIA DELLE ORE (nn. 20 - 33)


a) Celebrazione in comune.
 
20.     La Liturgia delle Ore, come tutte le altre azioni liturgiche, non è un’azione privata, ma appartiene a tutto il Corpo della Chiesa, lo manifesta e influisce in esso.91 La sua celebrazione ecclesiale è posta nella sua più piena luce - e per questo è sommamente consigliata - quando la compie la chiesa locale con il proprio vescovo, circondato dai presbiteri e dai ministri;92 «in essa è veramente presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica, apostolica».93
          Questa celebrazione, anche quando, in assenza del vescovo, è fatta dal Capitolo dei canonici o da altri sacerdoti, si svolga sempre rispettando la corrispondenza delle Ore al loro vero tempo, e per quanto è possibile, con la partecipazione del popolo. La medesima cosa si dica dei Capitoli collegiali.
 
21.     Le altre assemblee di fedeli curino anch’esse, e possibilmente in chiesa, la celebrazione comunitaria delle Ore principali. Fra queste assemblee hanno un posto preminente le parrocchie, vere cellule della diocesi, organizzate localmente sotto la guida di un pastore che fa le veci del vescovo. Esse «rappresentano in certo modo la Chiesa visibile stabilita su tutta la terra».94
 
22.     Se dunque i fedeli vengono convocati per la Liturgia delle Ore e si radunano insieme, unendo i loro cuori e le loro voci, manifestano la Chiesa che celebra il mistero di Cristo.95
 
23.     È compito di coloro che sono insigniti dell’ordine sacro o che hanno ricevuto una particolare missione canonica96 indire e dirigere la preghiera della comunità: «pongano ogni loro impegno perché tutti quelli che sono affidati alle loro cure siano concordi nella preghiera».97
          Curino pertanto che i fedeli siano invitati e siano istruiti con opportuna catechesi a celebrare in comune, specialmente nei giorni di domenica e di festa, le parti principali della Liturgia delle Ore.98 Insegnino loro ad attingere da questa partecipazione un autentico spirito di preghiera,99 e perciò con una idonea formazione li guidino a comprendere i salmi in senso cristiano, in modo da condurli a poco a poco a gustare e a praticare sempre più la preghiera della Chiesa.100
 
24.     Le comunità dei canonici, dei monaci, delle monache e degli altri religiosi che, in forza della loro Regola o delle loro Costituzioni, celebrano, con il rito comune o con un rito particolare, integralmente o parzialmente, la Liturgia delle Ore, rappresentano in modo speciale la Chiesa orante: esse esprimono, infatti, più pienamente il modello della Chiesa che senza interruzione e con voce concorde loda Dio, e assolvono il compito di «collaborare» innanzitutto con la preghiera, «all’edificazione e all’incremento di tutto il Corpo mistico di Cristo e al bene delle Chiese particolari».101
          Questo va detto soprattutto per coloro che fanno vita contemplativa.
 
25.     I sacri ministri e tutti i chierici, che non sono per altro titolo obbligati alla celebrazione comune, se convivono o si riuniscono insieme, procurino di celebrare in comune almeno qualche parte della Liturgia delle Ore, specialmente le Lodi al mattino e alla sera i Vespri.102
 
26.     Anche ai religiosi dei due sessi che non sono obbligati alla celebrazione comune, e ai membri di qualsiasi istituto di perfezione si raccomanda vivamente di riunirsi fra loro o con il popolo, per celebrare la Liturgia delle Ore, tutta o in parte.
 
27.     Anche i laici riuniti in convegno sono invitati ad assolvere la missione della Chiesa,103 celebrando qualche parte della Liturgia delle Ore, qualunque sia il motivo per cui si radunano o quello della preghiera o dell’apostolato o altro. È necessario, infatti, che imparino ad adorare Dio Padre in spirito e verità104 anzitutto nell’azione liturgica, e si ricordino che mediante il culto pubblico e la preghiera raggiungono tutti gli uomini e possono contribuire non poco alla salvezza di tutto il mondo.105
          È cosa lodevole, infine, che la famiglia, santuario domestico della Chiesa, oltre alle comuni preghiere celebri anche, secondo l’opportunità, qualche parte della Liturgia delle Ore, inserendosi così più intimamente nella Chiesa.106
 
b) Il mandato di celebrare la Liturgia delle Ore.
 
28.     La Liturgia delle Ore è affidata in modo particolare ai ministri sacri. Per questo incombe loro l’obbligo personale di celebrarla, anche se assente il popolo, sia pure con i necessari adattamenti.
          La Chiesa, infatti, li deputa alla Liturgia delle Ore perché il compito di tutta la comunità sia adempiuto in modo sicuro e costante almeno per mezzo loro, e la preghiera di Cristo continui incessantemente nella Chiesa.107
          Il vescovo rappresenta Cristo in forma eminente e visibile. È il grande sacerdote del suo gregge. Da lui deriva e dipende, in certo modo, la vita dei suoi fedeli in Cristo.108 Fra i membri della sua chiesa, il vescovo deve essere il primo nella preghiera. Quando poi egli celebra la Liturgia delle Ore, lo fa sempre a nome e beneficio della chiesa, che gli è affidata.109
          I sacerdoti, uniti al vescovo e a tutto il presbiterio, rappresentano anch’essi in grado speciale la persona di Cristo sacerdote,110 partecipano al medesimo compito, pregando Dio per tutto il popolo loro affidato, anzi per tutto il mondo.111
          Tutti costoro compiono il ministero del buon Pastore che prega per i suoi perché abbiano la Vita e perciò siano perfetti nell’unità.112
          Nella Liturgia delle Ore, proposta loro dalla Chiesa, non solo trovino la fonte della pietà e il nutrimento dell’orazione personale,113 ma anche quell’abbondanza di contemplazione da cui attingere alimento e stimolo per l’azione pastorale e missionaria a conforto di tutta la Chiesa di Dio.114
 
29.     I vescovi, dunque, i sacerdoti e gli altri ministri sacri, che hanno ricevuto dalla Chiesa il mandato (cfr. n. 17) di celebrare la Liturgia delle Ore, recitino ogni giorno tutte le Ore, osservando, per quanto è possibile, il loro vero tempo.
          Diano prima di tutto la dovuta importanza alle Ore che sono come il cardine della Liturgia oraria, cioè alle Lodi mattutine e ai Vespri. Non tralascino mai queste Ore se non per un motivo grave.
          Celebrino anche fedelmente l’Ufficio delle letture, che è in gran parte celebrazione liturgica della parola di Dio; in tal modo adempiranno ogni giorno il loro compito particolare di accogliere in sé la parola di Dio, per diventare discepoli più perfetti del Signore e gustare più profondamente le insondabili ricchezze di Cristo.115
               Per santificare meglio l’intero giorno, abbiano inoltre a cuore la recita dell’Ora media e di Compieta, con la quale, prima del riposo notturno, portano a compimento l’«Opus Dei» e si raccomandano a Dio.
 
30.     È sommamente conveniente che i diaconi permanenti recitino ogni giorno almeno qualche parte della Liturgia delle Ore, da determinarsi dalla Conferenza Episcopale.116
 
31.     a) I Capitoli cattedrali e collegiali devono celebrare in coro quelle parti della Liturgia delle Ore che sono loro prescritte dal diritto comune o particolare.
          I singoli membri di questi Capitoli, oltre alle Ore che tutti i ministri sacri sono tenuti a recitare, devono recitare da soli quelle Ore che si celebrano nel loro Capitolo.117
 
          b) Le comunità religiose obbligate alla Liturgia delle Ore e i loro singoli membri celebrino le Ore a norma del loro diritto particolare, salvo quanto è prescritto al n. 29 per coloro che hanno ricevuto l’ordine sacro.
          Le comunità obbligate al coro celebrino ogni giorno, in coro,tutto l’Ufficio;118 i membri che non hanno preso parte al coro recitino le Ore a norma del loro diritto particolare, salvo sempre quanto è prescritto al n. 29.
 
32.     Si raccomanda a tutte le altre comunità religiose e ai loro singoli membri di celebrare, secondo le circostanze in cui si trovano, alcune parti della Liturgia delle Ore: essa è preghiera della Chiesa e fa di tutti, dovunque dispersi, un cuore solo un’anima sola.119
          La stessa esortazione è rivolta anche ai laici.120
 
c) Struttura della celebrazione.
 
33.     La Liturgia delle Ore è regolata da leggi proprie. Riunisce insieme, in una forma particolare, elementi che si trovano anche in altre celebrazioni. Essa è così disposta: l’inno sempre all’inizio, poi la salmodia, quindi una lettura lunga o breve della Sacra Scrittura ed infine la preghiera.
          Sia nella celebrazione in comune che nella recita individuale, rimane la struttura essenziale di questa liturgia: colloquio tra Dio e l’uomo. Tuttavia, la celebrazione in comune manifesta più chiaramente la natura ecclesiale della Liturgia delle Ore e favorisce la partecipazione attiva di tutti, secondo la condizione di ciascuno. Lo fa mediante le acclamazioni, il dialogo, la salmodia alternata e altri elementi congeneri. Tiene poi meglio conto delle diverse forme espressive.121
          Perciò, tutte le volte che si rende possibile, la celebrazione comune con la frequenza e la partecipazione attiva dei fedeli è da preferirsi alla celebrazione individuale e quasi privata.122
          È bene inoltre che l’Ufficio in coro e in comune sia cantato, secondo l’opportunità, sempre rispettando la natura e la funzione delle singole parti.
          Così si realizzerà la raccomandazione dell’Apostolo: «La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali» (Col 3, 16; cfr. Ef 5, 19-20).
 
91 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 26.
92 Cfr. Ibid., n. 41.
93 Conc. Vat. II, Decr. sull’ufficio pastorale dei vescovi nella Chiesa, Christus Dominus, n. 11.
94 Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 42;
cfr. Decr. sull’apostolato dei laici, Apostolicam actuositatem, n. 10.
95 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 26 e 84.
96 Cfr. Conc. Vat. II, Decr. sull’attività missionaria della Chiesa, Ad gentes, n. 17.
97 Conc. Vat. II, Decr. sull’ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa, Christus Dominus, n. 15.
98 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 100.
99 Cfr. Conc. Vat. II, Decr. sul ministero e la vita sacerdotale, Presbyterorum ordinis, n. 5.
100 Cfr. sotto nn. 100-109.
101 Conc. Vat. II, Decr. sull’ufficio pastorale dei vescovi nella Chiesa, Christus Dominus, n. 33; cfr. Decr. sul rinnovamento della vita religiosa, Perfectae caritatis, nn. 6, 7, 15; cfr. Decr. sull’attività missionaria della Chiesa, Ad gentes, n. 15.
102 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, SacrosanctumConcilium, n. 99.
103 Cfr. Ibid., n. 100.
104 Cfr. Gv 4, 23.
105 Cfr. Conc. Vat. II, Dichiar. sull’educazione cristiana, Gravissimum educationis, n. 2;
Decr. sull’apostolato dei laici, Apostolicam actuositatem, n. 16.
106 Cfr. Conc. Vat. II, Decr. sull’apostolato dei laici, Apostolicam actuositatem, n. 11.
107 Cfr. Conc. Vat II, Decr. sul ministero e la vita sacerdotale, Presbyterorum ordinis, n. 13.
108 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 41; Cost. dogm. sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 21.
109 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 26;
Decr. sull’ufficio pastorale dei vescovi nella Chiesa, Christus Dominus, n. 15.
110 Cfr. Conc. Vat. II, Decr. sul ministero e la vita sacerdotale, Presbyterorum ordinis, n. 13.
111 Cfr. Conc Vat. II, Decr. sul ministero e la vita sacerdotale, Presbyterorum ordinis, n. 5.
112 Cfr. Gv 10, 11; 17, 20. 23.
113 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 90.
114 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 41.
115 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla divina Rivelazione, Dei verbum n. 25;
Decr. sul ministero e la vita sacerdotale, Presbyterorum ordinis, n. 13.
116 Paolo VI, Motu proprio Sacrum Diaconatus ordinem, 18 giugno 1967, n. 27: AAS 59 (1967) p. 703.
117 Cfr. S. Congr. dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 78b: AAS 56 (1964) p. 895.
118 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 95.
119 Cfr. At 4, 32.
120 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 100.
121 Cfr. Ibid., nn. 26. 28-30.
122 Cfr. Ibid., n. 27.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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