Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
III. LA LITURGIA DELLE ORE (nn. 10 - 19)


Consacrazione del tempo
 
10.     Cristo ha comandato: «Bisogna pregare sempre senza stancarsi» (Lc 18, 1). Perciò la Chiesa, obbedendo fedelmente a questo comando, non cessa mai d’innalzare preghiere e ci esorta con queste parole: «Per mezzo di lui (Gesù) offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio» (Eb 13, 15).
          A questo precetto la Chiesa ottempera non soltanto celebrando l’Eucaristia, ma anche in altri modi, e specialmente con la Liturgia delle Ore, la quale, tra le altre azioni liturgiche, ha come sua caratteristica per antica tradizione cristiana di santificare tutto il corso del giorno e della notte.56
 
11.     Poiché, dunque, la santificazione del giorno e di tutta l’attività umana rientra nelle finalità della Liturgia delle Ore, il suo ordinamento è stato rinnovato in modo da far corrispondere, per quanto era possibile, la celebrazione delle Ore al loro vero tempo, sempre tenendo conto, però, delle condizioni della vita odierna.57
          Perciò «sia per santificare veramente il giorno, sia per recitare con frutto spirituale le stesse Ore, conviene che nella recita delle Ore si osservi il tempo, che corrisponde più da vicino al tempo vero di ciascuna Ora canonica».58
 
Rapporto tra Liturgia delle Ore ed Eucaristia
 
12.     La Liturgia delle Ore estende 59 alle diverse ore del giorno le prerogative del mistero eucaristico, «centro e culmine di tutta la vita della comunità cristiana»:60 la lode e il rendimento di grazie, la memoria dei misteri della salvezza, le suppliche e la pregustazione della gloria celeste.
          La celebrazione dell’Eucaristia viene anche preparata ottimamente mediante la Liturgia delle Ore, in quanto per suo mezzo vengono suscitate e accresciute le disposizioni necessarie alla fruttuosa celebrazione dell’Eucaristia, quali sono la fede, la speranza, la carità, la devozione e il desiderio dell’abnegazione di sé.
 
Esercizio dell’ufficio sacerdotale di Cristo
nella Liturgia delle Ore
 
13.     «L’opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio»,61 Cristo la compie nello Spirito Santo per mezzo della sua Chiesa non soltanto quando si celebra l’Eucaristia e si amministrano i sacramenti, ma anche, a preferenza di altri modi, quando si celebra la Liturgia delle Ore.62 In essa egli stesso è presente quando si raduna l’assemblea, quando si proclama la parola di Dio, «quando la Chiesa supplica e salmeggia».63
 
Santificazione dell’uomo
 
14.     Nella Liturgia delle Ore si compie la santificazione dell’uomo64 e si esercita il culto divino in modo da realizzare in essa quasi quello scambio o dialogo fra Dio e gli uomini nel quale «Dio parla al suo popolo... il popolo a sua volta risponde a Dio con il canto e con la preghiera».65
          Senza dubbio i partecipanti possono ottenere dalla Liturgia delle Ore una santificazione larghissima per mezzo della parola salvifica di Dio che ha grande importanza in essa. Dalla Sacra Scrittura si scelgono, infatti, le letture. Da essa viene la parola divina dei salmi che si cantano davanti a Dio. Di afflato e ispirazione biblica sono permeate le altre preci, orazioni e canti.66
          Non solo dunque quando si legge tutto ciò che è «stato scritto per nostra istruzione» (Rm 15, 4), ma anche quando la Chiesa prega o canta, si alimenta la fede dei partecipanti, le menti sono sollevate verso Dio per rendergli un ossequio ragionevole e ricevere con più abbondanza la sua grazia.67
 
Lode offerta a Dio in unione con la Chiesa celeste
 
15.     Nella Liturgia delle Ore la Chiesa, esercitando l’ufficio sacerdotale del suo Capo, offre a Dio «incessantemente»,68 il sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.69 Questa preghiera è «la voce della stessa Sposa che parla allo Sposo, anzi è la preghiera che Cristo, unito al suo Corpo, eleva al Padre».70
          «Tutti coloro, pertanto, che compiono questa preghiera, adempiono da una parte l’obbligo proprio della Chiesa e dall’altra partecipano al sommo onore della Sposa di Cristo perché, celebrando le lodi di Dio, stanno dinanzi al suo trono a nome della Madre Chiesa».71
 
16.     La Chiesa, dando lode a Dio nelle Ore, si associa a quel carme di lode che viene eternamente cantato nelle sedi celesti;72 pregusta, nel medesimo tempo, quella lode celeste descritta da Giovanni nell’Apocalisse, lode che ininterrottamente risuona davanti al trono di Dio e dell’Agnello.
          La stretta unione di noi con la Chiesa celeste si realizza quando «in comune esultanza celebriamo la lode della maestà divina, e noi tutti, di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, riscattati con il sangue di Cristo (cfr. Ap 5, 9) e radunati in un’unica Chiesa, con un unico canto di lode celebriamo Dio uno e trino».73
          Questa liturgia celeste i profeti quasi la previdero nella vittoria del giorno senza notte, della luce senza tenebre: «Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna» (Is 60, 19; cfr. Ap 21, 23. 25). «Sarà un unico giorno. Il Signore lo conosce. Non ci sarà né giorno né notte. Verso sera risplenderà la luce» (Zc 14, 7). Già, veramente per noi «è arrivata la fine dei tempi (cfr. 1 Cor 10, 11), e la rinnovazione del mondo è irrevocabilmente fissata e in certo modo è realmente anticipata in questo mondo».74 Così, per mezzo della fede, noi siamo anche ammaestrati sul significato della nostra vita temporale, per attendere insieme con tutte le creature la rivelazione dei figli di Dio.75
          Nella Liturgia delle Ore noi proclamiamo questa fede, esprimiamo e alimentiamo questa speranza, partecipiamo in qualche modo al gaudio della lode perenne e del giorno che non conosce tramonto.
 
Supplica e intercessione
 
17.     Ma, oltre alla lode di Dio, la Chiesa nella Liturgia esprime i voti e i desideri di tutti i cristiani, anzi supplica Cristo, e, per mezzo di lui, il Padre per la salvezza di tutto il mondo.76 Questa voce non è soltanto della Chiesa, ma anche di Cristo, poiché le preghiere vengono fatte a nome di Cristo, cioè «per il nostro Signore Gesù Cristo», e così la Chiesa continua a fare quelle preghiere e suppliche che Cristo offrì nei giorni della sua vita terrena,77 e che perciò godono di una efficacia particolare.
          E così, non solo con la carità, con l’esempio e con le opere di penitenza, ma anche con l’orazione la comunità ecclesiale esercita la sua funzione materna di portare le anime a Cristo.78 Questo compito spetta specialmente a coloro che per un mandato speciale sono chiamati a celebrare la Liturgia delle Ore: cioè ai vescovi e ai sacerdoti, che in forza del loro ufficio pregano per il loro popolo e per tutto il popolo di Dio,79 e agli altri ministri sacri come pure ai religiosi.80
 
Culmine e fonte dell’azione pastorale
 
18.     Coloro che partecipano alla Liturgia delle Ore danno incremento al popolo di Dio81 in virtù di una misteriosa fecondità apostolica; il lavoro apostolico, infatti, è ordinato «a che tutti, diventati figli di Dio, mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla mensa del Signore».82
          Vivendo in tal modo i fedeli esprimono e manifestano agli altri «il mistero di Cristo e la genuina natura della Chiesa, che ha la caratteristica di essere... visibile, ma dotata di realtà invisibili, fervente nell’azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e tuttavia pellegrina».83
          A loro volta, le letture e le preghiere della Liturgia delle Ore costituiscono una genuina fonte di vita cristiana. Tale vita si nutre alla mensa della Sacra Scrittura e con le parole dei santi, ma è rinvigorita dalla preghiera. Solo il Signore, infatti, senza il quale non possiamo far nulla,84 da noi pregato, può dare efficacia e sviluppo alle nostre opere,85 così che ogni giorno veniamo edificati per diventare tempio di Dio, per mezzo dello Spirito,86 fino alla misura che conviene alla piena maturità di Cristo87 e nello stesso tempo irrobustiamo le nostre forze per evangelizzare il Cristo a coloro che sono fuori.88
 
La mente concordi con la voce
 
19.     Perché questa preghiera sia propria di ciascuno di coloro che vi prendono parte e sia parimenti fonte di pietà e di molteplice grazia divina, e nutrimento dell’orazione personale e dell’azione apostolica, è necessario che la mente stessa si trovi in accordo con la voce89 mediante una celebrazione degna, attenta e fervorosa.
          Tutti cooperino diligentemente con la grazia divina per non riceverla invano. Cercando Cristo, e penetrando sempre più intimamente con l’orazione nel suo mistero,90 lodino Dio e innalzino suppliche con quel medesimo animo con il quale pregava lo stesso divino Redentore.
 
56 Cfr. Ibid., nn. 83-84.
57 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 88.
58 Ibid. n. 94.
59 Cfr. Conc. Vat. II, Decr. sul ministero e la vita sacerdotale, Presbyterorum ordinis, n. 5.
60 Conc. Vat. II Decr. sull’ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa, Christus Dominus, n. 30.
61 Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 5.
62 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 83 e 98.
63 Ibid., n. 7.
64 Cfr. Ibid., n. 10.
65 Ibid., n. 33.
66 Cfr. Ibid., n. 24.
67 Cfr. Ibid., n. 33.
68 1 Ts 5, 17.
69 Cfr. Eb 13, 15.
70 Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 84.
71 Ibid., n. 85.
72 Cfr. Ibid., n. 83.
73 Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 50;
cfr. Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 8 e 104.
74 Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa, Lumen gentium, n.48.
75 Cfr. Rm 8, 19.
76 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 83.
77 Cfr. Eb 5, 7.
78 Cfr. Conc. Vat. II, Decr. sul ministero e la vita sacerdotale, Presbyterorum ordinis, n. 6.
79 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 41.
80 Cfr. sotto, n. 24.
81 Cfr. Conc. Vat. II, Decr. sul rinnovamento della vita religiosa, Perfectae caritatis, n. 7.
82 Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 10.
83 Ibid., n. 2.
84 Cfr. Gv 15, 5
85 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 86.
86 Cfr. Ef 2, 21-22.
87 Cfr. Ef 4, 13.
88 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 2.
89 Cfr. Ibid., n. 90; San Benedetto, Regola monastica, c. 19.
90 Cfr. Conc. Vat. II, Decr. sul ministero e la vita sacerdotale, Presbyterorum ordinis, n. 14;
Decr. sulla formazione sacerdotale, Optatam totius, n. 8.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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