Liturgia delle ore - PRINCIPI E NORME PER LA LITURGIA DELLE ORE
II. PREGHIERA DELLA CHIESA (nn. 5 - 9)


Il precetto della preghiera
 
5.       Gesù ha ordinato anche a noi di fare ciò che egli stesso fece. «Pregate», disse spesso, «domandate», «chiedete»,30 «nel mio nome»;31 insegnò anche la maniera di pregare nell’orazione che si chiama domenicale32 e dichiarò necessaria la preghiera,33 e precisamente quella umile,34 vigilante,35 perseverante, fiduciosa nella bontà del Padre,36 pura nell’intenzione e rispondente alla natura di Dio.37
          A loro volta gli apostoli, che qua e là nelle lettere ci tramandano preghiere, specialmente di lode e di rendimento di grazie, ci raccomandano anch’essi la perseveranza e l’assiduità38 della preghiera nello Spirito Santo,39 rivolta a Dio,40 per mezzo di Cristo.41 Ci parlano della sua grande efficacia per la santificazione42 e non mancano di ricordare la preghiera di lode,43 di ringraziamento,44 di domanda45 e di intercessione per tutti.46
 
La Chiesa continua la preghiera di Cristo
 
6.       Poiché l’uomo viene interamente da Dio, deve riconoscere e professare questa sovranità del suo Creatore. È quanto gli uomini di sentimenti religiosi, vissuti in ogni tempo, hanno effettivamente fatto con la preghiera.
          La preghiera diretta a Dio però deve essere connessa con Cristo, Signore di tutti gli uomini, unico Mediatore,47 e il solo per il quale abbiamo accesso a Dio.48 Cristo, infatti, unisce a sé tutta l’umanità,49 in modo tale da stabilire un rapporto intimo tra la sua preghiera e la preghiera di tutto il genere umano. In Cristo, appunto, ed in lui solo, la religione umana consegue il suo valore salvifico e il suo fine.
 
7.       Tuttavia un vincolo speciale e strettissimo intercorre tra Cristo e quegli uomini che egli per mezzo del sacramento della rigenerazione unisce a sé come membra del suo Corpo, che è la Chiesa. Così effettivamente dal Capo si diffondono all’intero Corpo tutti i beni che sono del Figlio: cioè la comunicazione dello Spirito, la verità, la vita e la partecipazione alla sua filiazione divina, che si manifestava in ogni sua preghiera quando dimorava presso di noi.
          Anche il sacerdozio di Cristo è condiviso da tutto il corpo della Chiesa, così che i battezzati mediante la rigenerazione e l’unzione dello Spirito Santo vengono consacrati in edificio spirituale e sacerdozio santo50 e sono abilitati a esercitare il culto del Nuovo Testamento, culto che non deriva dalle nostre forze, ma dal merito e dal dono di Cristo.
          «Nessun dono maggiore Dio potrebbe fare agli uomini che costituire loro capo il suo Verbo, per mezzo del quale ha creato tutte le cose, e a lui unirli come membra, così che egli fosse Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, un solo Dio con il Padre, un solo uomo con gli uomini. Così, quando pregando parliamo con Dio, non per questo separiamo il Figlio dal Padre e quando il Corpo del Figlio prega non separa da sé il proprio Capo, ma è lui stesso unico salvatore del suo Corpo, il Signore nostro Gesù Cristo Figlio di Dio, che prega per noi, prega in noi ed è pregato da noi. Prega per noi come nostro sacerdote, prega in noi come nostro capo, è pregato da noi come nostro Dio. Riconosciamo dunque in lui le nostre voci e le sue voci in noi».51
               In questo dunque sta la dignità della preghiera cristiana, che essa partecipa dell’amore del Figlio Unigenito per il Padre e di quell’orazione, che egli durante la sua vita terrena ha espresso con le sue parole e che ora, a nome e per la salvezza di tutto il genere umano, continua incessantemente in tutta la Chiesa e in tutti i suoi membri.
 
L’azione dello Spirito Santo
 
8.       L’unità della Chiesa orante è opera dello Spirito Santo, che è lo stesso in Cristo,52 in tutta la Chiesa e nei singoli battezzati. Lo stesso «Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza» e «intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili» (Rm 8, 26); egli stesso, in quanto Spirito del Figlio, infonde in noi «lo spirito da figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!» (Rm 8, 15; cfr. Gal 4, 6; 1 Cor 12, 3; Ef 5, 18; Gd 20).
          Non vi può essere dunque nessuna preghiera cristiana senza l’azione dello Spirito Santo, che, unificando tutta la Chiesa, per mezzo del Figlio la conduce al Padre.
 
Carattere comunitario della preghiera
 
9.       L’esempio e il comando del Signore e degli apostoli di pregare sempre e assiduamente non si devono considerare come una norma puramente giuridica, ma appartengono all’intima essenza della Chiesa medesima, che è comunità e deve quindi manifestare il suo carattere comunitario anche nella preghiera. Per questo negli Atti degli Apostoli, quando per la prima volta si fa parola della comunità dei fedeli, questa appare riunita in preghiera «con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù e con i fratelli di lui» (At 1, 14). «La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola» (At 4, 32): questa unanimità si fondava sulla parola di Dio, sulla comunione fraterna, sulla preghiera e sulla Eucaristia.53
          Sebbene la preghiera fatta nella propria stanza e a porte chiuse54 sia sempre necessaria e da raccomandarsi,55 e venga anch’essa compiuta dai membri della Chiesa per Cristo nello Spirito Santo, tuttavia all’orazione della comunità compete una dignità speciale, perché Cristo stesso ha detto: «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 20).
 
30 Mt 5, 44; 7, 7; 26, 41; Mc 13, 33; 14, 38; Lc 6, 28; 10, 2; 11, 9; 22, 40. 46.
31 Gv 14, 13 e seg.; 15, 16; 16, 23 e seg., 26.
32 Mt 6, 9-13; Lc 11, 2-4.
33 Lc 18, 1.
34 Lc 18, 9-14.
35 Lc 21, 36; Mc 13, 33.
36 Lc 11, 5-13; 18, 1-8; Gv 14, 13; 16, 23.
37 Mt 6, 5-8; 23, 14; Lc 20, 47; Gv 4, 23.
38 Rm 8, 15. 26; 1 Cor 12, 3; Gal 4, 6, Gd 20.
39 2 Cor 1, 20; Col 3, 17.
40 Eb 13, 15.
41 Rm 12, 12; 1 Cor 7, 5; Ef 6, 18; Col 4, 2; 1 Ts 5, 17; 1 Tm 5, 5; 1 Pt 4, 7.
42 1 Tm 4, 5; Gc 5, 15 e seg.; 1 Gv 3, 22; 5, 14 e seg.
43 Ef 5, 19 e seg.; Eb 13, 15; Ap 19, 5.
44 Col 3, 17; Fil 4, 6; 1 Ts 5, 17; 1 Tm 2, 1.
45 Rm 8, 26; Fil 4, 6.
46 Rm 15, 30; 1 Tm 2, 1 e seg.; Ef 6, 18; 1 Ts 5, 25; Gc 5, 14. 16.
47 1 Tm 2, 5; Eb 8, 6; 9, 15; 12, 24.
48 Rm 5, 2; Ef 2, 18; 3, 12.
49 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 83.
50 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 10.
51 Sant’Agostino, Commento al Sal. 85, 1; CCL 39, 1176.
52 Cfr. Lc 10, 21 quando Gesù «esultò nello Spirito Santo e disse: “Io ti rendo lode, Padre”, ecc.».
53 Cfr. At 2, 42 gr.
54 Cfr. Mt 6, 6.
55 Cfr. Conc. Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 12.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-11
 

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