SNEC - Una chiesa al mese
Il programma iconografico
tabernacolo
tabernacolo "sospeso" nel pozzo di luce e credenza


Nell‘idea del progettista, certamente condizionato dalla cultura riformata mitteleuropea e dal dibattito conciliare, la decorazione della chiesa è affidata alla luce naturale e a un‘unitarietà di materiali che mal sopporta aggiunte o sovrapposizioni: Dahinden aveva previsto perņ l‘uso di stendardi liturgici presso l‘ambone  per sottolineare i tempi forti e i temi dell‘anno (Una chiesa 1991, p. 42). Tale sobrietà complessiva ci pare ulteriormente sottolineata da un "arredo acustico", ossia il tintinnio dello zampillo del fonte battesimale.
Si puņ tuttavia parlare di "programma iconografico" per i principali poli liturgici, realizzati secondo un disegno e materiali uniformi: la mensa, il leggio e la base del catino sono realizzati con possenti travi lignee intrecciate, a raffigurare in modo simbolico ed essenziale la forza che viene dalla coesione della comunità (Brambilla 1991, p. 54) . Altro elemento iconografico saliente è il colore vivace del tabernacolo, «linea rossa» che discende nello spazio liturgico dall‘alto e che invita a entrare nel mistero (Brambilla 1991, p. 52) .
L‘unica opera d‘arte espressamente realizzata e collocata nella chiesa iniziale è la Deposizione collocata tra i due confessionali, opera del maestro Egino Weinert, uno dei più noti e versatili artisti attivi nell‘arte sacra del Dopoguerra e del Concilio. La credenza stabile è arricchita da un bassorilievo in pietra con l‘Ultima cena.  La Via Crucis è segnata da simboli numerati sulla parete di fondo dell‘aula .


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 26-SET-11
 

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