Pur trovandosi implacabilmente cuciti addosso gli abiti del disimpegno e del permissivismo, per molti lestate si veste soprattutto di incontri, riflessioni, proposte di forte efficacia per la crescita interiore, la maturazione delle relazioni, le scelte di vita. Nonostante il dettato delle mode culturali più in voga, lestate è una grande alleata delleducazione. Lo sanno bene le parrocchie, gli oratori, i gruppi associativi, la cui agenda, tra giugno e settembre, invece di sfoltirsi si infittisce. Ci sono i centri estivi e i campi scuola. Le feste popolari e i pellegrinaggi. Un grande fermento di iniziative. Con larrivo del mese di agosto, però, il pensiero tende a correre avanti, gli occhi scorrono qualche buona lettura, i dialoghi si impregnano di idee e di progetti. Lestate è anche il tempo del pensiero e della programmazione. La sfida educativa non si vince a tavolino, ma in un tempo in cui leducazione in quanto tale è messa in questione sarebbe illusorio pensare di sciogliere i nodi che lattanagliano senza affrontare anche i suoi aspetti culturali, che presuppongono labilità di leggere la vita e le sue domande, individuando le tendenze preponderanti e offrendo di rimando esperienze significative. Con gli Orientamenti pastorali per il decennio «Educare alla vita buona del Vangelo», i vescovi italiani hanno invitato le comunità cristiane a rinnovare la loro fiducia e limpegno nelleducazione. Alla base del cammino da intraprendere, scrivono, «sta la necessità di prendere coscienza delle caratteristiche e dellurgenza della questione educativa». Leducazione, infatti, è compito di sempre, ma si presenta ogni volta con aspetti di novità. «Per questo - proseguono gli Orientamenti decennali - non può risolversi in semplici ripetizioni, ma deve anzitutto prestare la giusta attenzione alla qualità e alle dinamiche della vita sociale». Affiancare agli itinerari e alle proposte formative parrocchiali, che si snodano nel corso dellanno, alcuni momenti di approfondimento e confronto sui grandi aspetti delleducazione. È questo il suggerimento da saper cogliere fin dora, mentre si pensa alla ripresa autunnale. Fra le questioni da tenere presenti, cè il rapporto tra libertà e verità, leducazione del desiderio, le «mutazioni antropologiche» dellera digitale. E poi, non meno importanti, il tema delle identità nel contesto plurale, lalleanza educativa tra famiglia, scuola, parrocchia e, visto il rapporto-proposta del Progetto culturale in uscita a settembre, il cambiamento demografico. Con unattenzione: ciò che più conta non è organizzare una bella serie di conferenze, ma far riflettere e confrontare i soggetti protagonisti delleducazione - iniziando dagli adulti e dalle famiglie - chiamati a compiere questo esercizio culturale su di sé prima che sugli altri. Spesso pensiamo che educare chieda innanzitutto di offrire proposte belle e coinvolgenti. È così, ma ogni intervento educativo esige di avere alla base un progetto, fatto di mete e passi condivisi, secondo una visione globale della persona. Rispolverarlo e aggiornarlo insieme è sempre un impegno che ripaga, anche nel mese di agosto.