Verità, annuncio ed autenticità di vita nellera digitale. È stato proprio il titolo del messaggio di Benedetto XVI per la 45ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del prossimo 5 giugno a ispirare il convegno che, ieri, si è svolto presso la Pontificia Università Lateranense.
Organizzata dallIstituto pastorale «Redemptor Hominis» in collaborazione con lUfficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei ed il Centro comunicazione e cultura delle Paoline, liniziativa rappresenta una tradizione per un Istituto - spiega il preside Dario Edoardo Viganò - che, «con il suo percorso in teologia della comunicazione, indaga sulle pratiche e sui formati di una pastorale dei media sempre più immersa nella contemporaneità». Sui rischi educativi di «una rivoluzione digitale che muta le modalità comunicative» si è soffermato il rettore dellAteneo del Laterano, il vescovo Enrico dal Covolo che ha evidenziato come «la Rete sia quanto di meno neutro ci possa essere. Quando ci accostiamo ai suoi contenuti, vorremmo - ha concluso dal Covolo - individuare strategie pastorali per riportare in audience la domanda evangelica: ‘Come farci prossimo in questo nuovo mondo e come aprirci, anche con le nuove tecnologie, a un autentico ascolto dellaltro?‘». È stato invece il concetto di amicizia a caratterizzare lintervento del segretario del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali Paul Tighe, che ha evidenziato come le dinamiche comunicative nel mondo digitale suscitino «nuovi modi di costruire la propria identità. Ed è qui - ha aggiunto - che avviene la chiamata del Papa alla coerenza e allautenticità». Dal canto suo la sociologa Emiliana De Blasio si è soffermata sulle dinamiche relazionali e partecipative nate dalla Rete e sui rischi «di un protagonismo confuso tra superficialità e apertura al dialogo». Il Convegno è stato anche loccasione per inaugurare il «Fondo Emilio Rossi» presso la biblioteca universitaria, costituito dai volumi appartenuti al giornalista scomparso nel 2008. Nel ricordarlo Andrea Melodia, presidente dellUnione cattolica stampa italiana (Ucsi), ha evidenziato come Rossi, storico direttore del Tg1, si impegnò sempre a «dare senso e valore allessere giornalisti e cattolici».