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Sfruttare lopportunità della mostra per contrastare ‘laicamente una rappresentazione che descrive leditoria cattolica chiusa entro gli steccati delle sole catechesi e liturgia, sostanzialmente estranea allevoluzione della storia unitaria. Alla vigilia dellapertura Giorgio Raccis, presidente dellUelci (Unione editori e librai cattolici italiani), spiega così il significato della presenza delleditoria cattolica al Salone del libro, che si apre il 12 maggio a Torino (fino al 16 maggio). E stata lUelci a selezionare i sette editori più rappresentativi delleditoria cattolica in Italia (Ave, Città Nuova, Edizioni Dehoniane Bologna, Jaca Book, Paoline, Sei, Vita e Pensiero), in vista della mostra dal titolo: 1861-2011. LItalia dei libri. Il fenomeno delleditoria cattolica. Il criterio scelto, sottolinea il presidente dellUelci, ha privilegiato limportanza delleditore in termini di peso culturale e poi in termini di dimensione aziendale. In parallelo, inoltre, è stata valutata linfluenza avuta dal singolo libro e/o autore nel dibattito culturale, nella formazione delle nuove generazioni, tra la classe dirigente, nella società. Tutto ciò, puntualizza Raccis, sotto diversi aspetti: allinterno della Chiesa, in termini di diffusione, in quanto rappresentazione e testimonianza dei nodi, degli eventi, dei personaggi più rilevanti dello sviluppo unitario italiano. www.agensir.it |
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 12-MAG-11
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