E se non fosse soltanto un problema di numeri? Le percentuali sono importanti, per carità, anche quando si parla di libri. Ecco perché i dati diffusi dallIstat allapertura del Salone internazionale del libro di Torino meritano di essere esaminati con attenzione. Nel 2010, anno relativo allultima rilevazione, il panorama della lettura nel nostro Paese si presenta in sostanza immutato: più degli uomini leggono le donne (53,1%), il Nord legge più del Sud (nelle regioni settentrionali le quote superano abitualmente il 50%) e i ragazzi leggono più di tutti (tra gli 11 e i 17 anni si ha unimpennata fino al 59%). Un elemento nuovo cè, ed è laumento, sia pure modesto, dei lettori di almeno un libro, che erano il 45,1% nel 2009 e sono diventati 46,8% lanno successivo. Daccordo, si tratta di un risicato 1,7%, però stiamo pur sempre parlando di lettori ‘entry level‘. Quelli ‘forti‘, che di libri ne finiscono almeno uno al mese, non rappresentano più del 15,1%.
Con i numeri, per il momento, basta così. Dicono molto, ripetiamolo, ma non tutto, specie in un momento come lattuale, caratterizzato da una turbinosa, e non di rado contraddittoria, trasformazione dellesperienza della lettura, fra tablet, e-reader, frammentazione digitale dei testi e resistenza - straordinaria, affermano alcuni; largamente prevedibile, ribatte chi meglio conosce le vicende delleditoria - del libro nella sua forma tradizionale e tradizionalmente cartacea. Tutto questo, probabilmente, non è misurabile, né può essere riprodotto con modelli matematici leffettivo impatto che un libro riesce a ottenere sulle mentalità, sugli immaginari, sui convincimenti. Esistono i best seller, certo, e i best seller raccontano sempre qualcosa della società in cui si diffondono. Ma cè una storia misteriosa, pressoché impossibile da quantificare, che riguarda il rapporto tra il singolo libro e il singolo lettore. È lì che avvengono le rivoluzioni, è lì che si radicano opinioni e si delineano progetti.
Di libri, in questa prospettiva, non ne servono molti. Il Salone del 2011 si svolge nellanno in cui lItalia si è finalmente soffermata a ragionare sulla propria identità. Che è più antica e più complessa della pur significativa ricorrenza del 150° anniversario dellUnità. Se torniamo alle origini della nostra letteratura, troviamo due poetilettori molto diversi tra loro: Dante, la cui biblioteca di riferimento rischia di apparire modesta rispetto ai parametri correnti, e Petrarca, che è invece il modello dello scrittore erudito, cacciatore instancabile di testi, curioso di tutto e su tutto scrupoloso. Lautore della ‘Commedia‘ leggeva di meno, ma assimilava i testi con una profondità assoluta. La stessa che il poeta del ‘Canzoniere‘, dal canto suo, riservava a un numero abbastanza ristretto di opere, prime fra tutte quelle dellamatissimo Agostino.
In questo senso dallIstat potrebbe veramente esserci arrivata una buona notizia. Crescono i lettori di un solo libro? Bene, basta che quellunico libro sia il libro giusto. Per scoprirlo cè un solo modo: provare a leggerlo. Se per caso fosse il titolo sbagliato, si può sempre ritentare a distanza di un anno.
O magari un po prima. Di sicuro ad avvantaggiarsene non sarebbero solo le statistiche.