Dalla Prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco alla 62° Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana
3. Uno degli ambiti che saranno considerati nel corso di questa assemblea è la vita liturgica della Chiesa che è in Italia. Giunge infatti a conclusione la traduzione della prima parte delleditio typica tertia del Messale Romano. Naturalmente non entro nel merito di quello che concretamente sarà sottoposto al vaglio comune; mi limito, con la vostra benevolenza, a dire una parola sul tema più ampio. La liturgia, infatti, «mediante la quale - afferma il Concilio Vaticano II - , specialmente nel divino Sacrificio dellEucaristia, ‘si attua lopera della nostra Redenzione, contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa, che ha la caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, fervente nellazione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e, tuttavia, pellegrina; tutto questo in modo che ciò che in lei è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile allinvisibile, lazione alla contemplazione, la realtà presente alla futura città verso la quale siamo incamminati» (Sacrosanctum Concilium, n. 2). Parole che non solo hanno la forza della chiarezza, ma che commuovono lanima e inquadrano lorizzonte della nostra missione: «La liturgia è il culmine verso cui tende lazione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù. Poiché il lavoro apostolico è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il Battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al Sacrificio e alla mensa del Signore» (ib, n. 10). La liturgia è talmente al cuore della vita e del mandato ecclesiale che, come è noto, il primo dei sedici volumi dellOpera omnia di Papa Benedetto XVI, è quello dedicato agli scritti liturgici. E parlando − appunto − del Concilio, Benedetto XVI osserva che «cominciando con largomento della liturgia, si poneva inequivocabilmente in luce il primato di Dio, la priorità assoluta del tema ‘Dio. Prima di tutto Dio: questo dice liniziare con la liturgia. La dove lo sguardo su Dio non è determinante, ogni altra cosa perde il suo orientamento» (Joseph Ratzinger, Opera omnia, Teologia della liturgia, Libreria Editrice Vaticana, pagg. 5-6). Se «la gloria di Dio − come afferma santIreneo - è luomo vivente, ma la vita delluomo è vedere Dio», allora la gloria di Dio è luomo che guarda a Dio e si lascia guardare da Dio, è luomo che riceve la forma della sua vita dallo sguardo rivolto a Cristo: la liturgia è infatti lincontro tra il volto delluomo e quello di Dio in Gesù. Da questo incontro di sguardi e di cuori luomo trova gli altri e li riconosce fratelli, e la Chiesa si rinnova nel suo mistero e nella sua missione. Accennando poi ai suoi lavori sulla liturgia, il Papa precisa: «Il mio obiettivo non erano i problemi specifici della scienza liturgica, ma sempre lancoraggio della liturgia allatto fondamentale della nostra fede e quindi anche il suo posto nellinsieme della nostra esistenza umana» (ib, pag. 6). Veramente la liturgia è il fuoco dal quale si accende la vita, e il grande Protagonista è Cristo: «La singolarità della liturgia eucaristica consiste appunto nel fatto che è Dio stesso ad agire e che noi veniamo attratti dentro a questo agire di Dio» (Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Davanti al Protagonista, Cantagalli Edizioni, pag. 123). Sono solo alcune parole che appartengono alla nostra vita di discepoli e di Pastori, e che ci possono aiutare nellimpegno di questi giorni.