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Guido Benzi
Direttore dell‘Ufficio Catechistico Nazionale


Introduzione al Convegno
«“Chiunque segue Cristo, l’Uomo perfetto, si fa lui pure più uomo” (GS 41). Questa catechesi su Cristo è già una prima risposta ai problemi umani, anche per coloro che non hanno il dono della fede. Essa poi vuole abilitare i credenti a riferirsi costantemente alla vita e alla parola di Cristo, nel quale trovano la pienezza di ogni grazia e verità» (Documento base, 61). Questa indicazione del Documento base “Il rinnovamento della catechesi”, a quarant’anni dalla sua promulgazione, indica decisamente una pista per la nostra riflessione, mostrando ancora una volta l’attualità e la ricchezza di quel documento. Il Cristo, riferimento fondante e centrale dell’annuncio e della catechesi, non ne è unicamente il contenuto, egli, nella sua umanità, attraverso la sua vita donata per la salvezza del mondo, è la forma, il fine ed il tramite (come Lui stesso ha detto «via, verità e vita») di ogni cammino di crescita autenticamente umano.
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Relazione

1. Mysterium Lunae
Un’immagine molto cara all’ecclesiologia dei Padri è quella della luna come simbolo della Chiesa, che, nel suo ciclo calante e crescente, riceve luce e vita dal sole, che è Cristo. Rivisitiamo questa immagine con le parole di S. Ambrogio:
 
La luna ha proclamato il mistero di Cristo. Non è di scarso pregio l‘astro in cui egli (Cristo) ha posto una sua raffigurazione, non di poco valore l‘astro che è simbolo della Chiesa a lui cara... E veramente come la luna è la Chiesa che ha diffuso la sua luce in tutto il mondo e, illuminando le tenebre di questo secolo, dice: "La notte è avanzata, il giorno è vicino" (Rom 13,12)... Spingendo lontano il suo sguardo, la Chiesa, come la luna, spesso scompare e rinasce, ma per effetto di queste sue scomparse è cresciuta e ha meritato di ingrandirsi, mentre sotto le persecuzioni si rimpiccioliva e dal martirio dei confessori veniva incoronata. Questa è la vera luna che dalla luce perenne di suo fratello [il Sole, Cristo] deriva il lume dell‘immortalità e della grazia. La Chiesa rifulge non della propria luce, ma di quella di Cristo. Trae il proprio splendore dal Sole di giustizia, così che può dire: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20). Veramente beata sei tu, o luna, che hai meritato un così invidiabile onore! Perciò ti potrei dire beata non per i tuoi noviluni, ma perché sei simbolo della Chiesa: là sei serva, qui sei oggetto d‘amore. (S. Ambrogio, Hexaemeron, IV, 8, 32).
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 02-LUG-10
 

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