La cultura della società digitale oggi «costituisce una trama fitta di relazioni complesse tra società, tecnologia, cultura, che esige uno studio metodico». A sottolinearlo è stato larcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, che mercoledì scorso ha aperto a Bogotà lincontro dei ricercatori di undici università cattoliche impegnati nello studio dellimpatto delle nuove tecnologie nellevangelizzazione. Durante il seminario, che si è proposto di coordinare le ricerche dei diversi enti coinvolti nel biennio 2010-2011, Celli ha plaudito alla volontà della Chiesa latinoamericana di promuovere degli studi metodici in questo ambito. Un lavoro necessario, secondo Celli, «per poter costantemente verificare le conseguenze, lincidenza, la visione del mondo che il modello digitale propone, spesso allinsegna di una visione meccanicista e strumentale delluomo». La presenza della Chiesa nelluniverso digitale e nel mondo delle nuove tecnologie, secondo larcivescovo, deve essere caratterizzata da un «approccio qualitativo che mette la persona e le sue esigenze al centro per svilupparne le potenzialità. I mezzi di comunicazione ecclesiale - ha aggiunto Celli - devono segnalare il bene presente nelle società in cui sono inseriti, provenga o meno dal mondo cristiano. Si tratta di una forma profetica coerente con il modello proposto dal Nuovo Testamento, secondo cui Cristo Risorto ci precede nel lavoro di evangelizzazione e di annuncio, per essere, noi cristiani, una voce significativa nella società e soprattutto una voce libera, chiara, rispettosa e propositiva». In questi giorni, inoltre, Celli ha incontrato il direttivo del Celam e i responsabili del dipartimento delle Comunicazioni sociali dellorganismo latinoamericano. Ed è proprio questo dipartimento che promuoverà dal 25 al 27 giugno prossimi un incontro sulletica della comunicazione. Un evento che dimostra il costante impegno delle Chiese dellAmerica Centrale e Meridionale in questo ambito.