L‘ottimismo e la positività, emersi al convegno, non devono far dimenticare che la rete è un mare aperto dove - per navigare - bisogna trovare un timone. È facile affondare, è facile essere risucchiati da un vortice, irresistibile come una droga che fa perdere la propria identità. Così don Giorgio Zucchelli, presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) e direttore de "Il Nuovo Torrazzo", in una nota per il SIR sul convegno Testimoni digitali. Di fronte alle luci e alle ombre offerte dalla rete e dai nuovi mezzi, la misura anche della nuova tecnologia digitale è - secondo Zucchelli - la persona. La sottolineatura del livello quantitativo (migliaia di contatti, migliaia di domande, migliaia di siti) rischia di produrre unimplosione nella coscienza del singolo e nella comunità. Per il presidente della Fisc, la sottolineatura del virtuale rischia di far perdere il senso del reale e dellumano, nonché del vero rapporto di comunione che non può essere, in definitiva, solo digitale. Insomma, conclude Zucchelli riprendendo le parole del Papa alludienza concessa ai partecipanti al convegno i media possono diventare fattori di umanizzazione soprattutto quando sono organizzati e orientati alla luce di unimmagine della persona e del bene comune che ne rispetti le valenze universali.